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Juve, l’uno contro uno vale una Champions

di Stefano Impallomeni. Juve all'esordio in campionato contro il Parma senza Sarri out per polmonite. L'obiettivo però resta la Champions, da vincere...a cominciare dagli uno contro uno dentro il campo

Stefano Impallomeni

Uno contro tutti, per l'ennesima volta. E uno contro uno, forse per la prima volta, in una stagione, che per i tifosi bianconeri si spera sia quella della consacrazione europea. La Juventus si prepara a rispettare i pronostici, sebbene non sia sempre facile ripetersi, mantenere i successi, inanellare scudetti in fila anche nel nostro campionato. De Ligt rappresenta il top in difesa, Ramsey e Rabiot sono buoni acquisti.

Cristiano Ronaldo resta la garanzia, ma la partita del mercato è sempre aperta con il sogno Icardi, pronto a sparigliare esuberi e profili di primo piano al momento però più che funzionali agli obiettivi. Alla Juventus c'è Higuain, ci sarebbe Mandzukic. Non c'è dubbio, al di là delle mode, che il centravanti sia ancora un'ancora di salvezza e di orientamento. Puoi cambiare nome, caratteristiche, ma il ruolo resta strategico ed essenziale. I gol restano nei secoli dei secoli e solitamente li fanno i “9”. Eppoi, Cr7 vale di più se ha un riferimento, se può muoversi con un libero arbitrio logico e non di vizio. Se, insomma, si trasforma in un lusso congeniale, di servizio. Anche perché è improbabile immaginarlo nove classico, sarebbe l'accettazione di limiti preoccupanti, la contraddizione in termini. La Juventus deve scegliere in fretta chi sarà il centro dell'attacco, la prima via per nuove garanzie di successo. Da lì in poi molti nodi si scioglieranno.

STABILITÀ O SARRI BALL?

Il precampionato non è stato esaltante. Tanti gol subiti, poche cose in avanti, il centrocampo poco compatto con spazi e metri concessi agli altri, cosa mai avvenuta in passato. Ci sono campanelli d'allarme, ma leggeri, di sottofondo. Nessun dramma, per carità. La Juventus resta la favorita assoluta in Italia, ma meglio non dare per scontato quel che per ora appare abbastanza evidente e un po' confuso. Ci sono pochi equilibri, la squadra è facilmente attaccabile. Vedremo cosa accadrà, nel frattempo Allegri è stato congedato per  nuovi principi di gioco. Con Sarri ( buona guarigione e pronto rientro in campo) si cercherà la fuga verso il bello, un calcio propositivo, più europeo, di palleggio veloce e ravvicinato con tagli rapidi in avanti ( Douglas Costa?) e difesa che sappia iniziare lo sviluppo del gioco, anziché strozzarlo con lanci lunghi per prendersi pause e per assetti strumentali al posizionamento degli avversari. La scelta di cambiare allenatore e chi scegliere al posto di Allegri è risultata essere una scelta coraggiosa. Ci vorrà presumibilmente del tempo per metabolizzare il nuovo corso. È senza dubbio una Juve forte in Italia, ma non sappiamo in realtà quanto lo sia in Europa per quella Champions che più diventa un'ossessione più si rischia di non vincerla.

UNO CONTRO UNO PER LA CHAMPIONS

La valutazione delle squadre spesso è più semplice del previsto e parte proprio dalla valutazione degli uno contro uno da vincere in ogni zona del campo. Più duelli vinci, più diventi forte come collettivo. Da questo punto di vista in Italia, la Juventus ha una profondità di organico impressionante, ma in Europa si rischia di essere “buoni e normali”: competitivi sì, ma fino a un certo punto. Per vincere una Champions serve dare continuità a una squadra, far giocare spesso gli stessi calciatori ( forti e resistenti fisicamente e di personalità), creare alchimie eccellenti, dinamiche mnemoniche che creino forza e autostima di livello. Non è un caso che a vincere la Champions sia stato il Liverpool di Klopp, una squadra che fa sempre le stesse cose, quasi sempre con gli stessi interpreti e quasi sempre con la massima velocità e precisione. Sarri dovrà decidere subito i sette-otto titolari e poi non spremerli più del dovuto. A Napoli ha saputo farlo per un periodo, poi ha pagato un po'. Con il Chelsea meglio, portandosi a casa l'Europa League, il primo trofeo significativo della sua carriera.

Il REAL DI ZIDANE E IL LIVERPOOL DI KLOPP

La Juventus è di nuovo sola contro se stessa, con una concorrenza feroce in Europa. La principale missione sarà contare gli uno contro uno da vincere sul campo, stabilire dove poter migliorare i ruoli in Champions. Capire quanti duelli individuali puoi vincere in ogni zona del campo. Il Real Madrid di Zidane ragiona più o meno così. Puoi giocare bene fino ai quarti di finale, poi vince chi ha giocatori che vincono i propri duelli, quelli più scafati e più dotati. Salah, Firmino e Mané , ad esempio, hanno scritto il destino dei Reds. Ronaldo, da solo, non basta più. La Juventus ha capito cosa serve per svoltare: Cr7 e due, tre, come lui. Contare i giocatori che sappiano fare una differenza vera in Champions sarà il nuovo lavoro bianconero. A volte scoprire subito una maggioranza di valori aiuta a navigare con più serenità in un campionato che non sarà facile come lo scorso anno. Parma è un campo scorbutico e le partenze di Sarri non sono mai state così brucianti. Attenzione, quindi, anche perché Napoli e Inter hanno più fame di prima, sono più ambiziose di prima con un mercato ancora da definire che potrà cambiare le cose e chissà ridurre un gap che al momento appare incolmabile.