Walter Veltroni conferma tutto e scioglierà ogni riserva entro pochi giorni. L’anticipazione di Massimo Mazzitelli su Repubblica.it non è stata una suggestione. È stata una notizia. E che notizia. L’ex segretario del Pd, se lo vorrà e soprattutto se lo riterrà opportuno, potrà scendere in campo con l’obiettivo di cambiare verso al mondo del calcio. La poltrona di Presidente di Lega di serie A sarebbe già pronta. Con lui tredici club (medio-piccoli più Inter e Roma favorevoli) per un allungo che sarebbe storico e in controtendenza. Il candidato forte, che non t’aspetti, dunque, avrebbe in mano il quorum necessario per iniziare un nuovo ciclo. In attesa delle sue decisioni, dunque, due domande tra le tante possibili: sarà la soluzione più giusta, può Veltroni veramente sradicare vecchie abitudini in un mondo così difficile e pieno di insidie? La scelta farebbe pensare e riflettere. Senz’altro non sarebbe una scelta di ripiego.
Tema cruciale: la spartizione dei diritti tv
Veltroni è un personaggio di spessore. Discutibile quanto si vuole, ma politico navigato e uomo di idee. I contenuti, però, andranno valutati. Non sappiamo ancora con chi lavorerà e come lavorerà, anche se lo stesso Veltroni avrebbe posto due condizioni: condivisione dei presidenti e uno statuto che garantisca il cambiamento. Da quel che si apprende sarebbe affiancato da un super manager che si occuperà dei diritti tv. Ed è qui che nasce la prima forte perplessità legata non tanto al valore di Veltroni quanto alla materia primaria che si tratta quando si va a ricoprire un ruolo del genere. Perché il Presidente di Lega, spesso, da quelle parti, a Milano, ratifica volontà altrui e non suggerisce rivoluzioni. È notaio di interessi, quasi sempre strettamente legati a soldi da prendere e da dividere. La partita, o meglio la spartizione dei diritti tv, è infatti il tema centrale di questo tipo di incarico con il resto, seppur importante, che di solito passa in secondo piano, o addirittura al piano terra. Un dubbio questo, forte e lecito, anche se il nome di Veltroni intriga e andrebbe sostenuto come una speranza. Dopo tutto quello che si è visto in questi anni il calcio ha sicuramente un bisogno estremo di rifarsi una credibilità. Non sempre per errori e difetti di stile, ma per mancanza di programmare o ripensare un prodotto di enorme valore che va necessariamente rilanciato nelle forme più adeguate.
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