Ci dice qualcosa la rielezione di Carlo Tavecchio alla presidenza federale calcistica con il 54% e spicci dei voti, lunedì scorso, nell’Hilton arrivi & partenze di Fiumicino? All’apparenza nulla, né di nuovo né di significativo, in linea con la sagomatura dei due candidati, il Tavecchio e l’aspirante Tanuovo Abodi, provenienza Lega di B più Sindacato Calciatori più cordata rimasta in panne dell’ex presidente Abete (Giancarlo, ma si legge il fratello Luigi). Sul ring dell’assemblea non erano infatti saliti due pugili indimenticabili. Uno, avanti negli anni, dopo aver fatto il sindaco in Lombardia e a lungo il rettore della Lega Dilettanti da cui i voti, allievo all’ingrosso del fu ministro democristiano aedo dell’agricoltura Marcora, è subentrato al longevo Abete travolto dall’esito dei Mondiali in Brasile ma oggi ostile al suo successore grande esperto di gaffes, ispirato in tutto o quasi dal solito Carraro e migliore come persona di come sembra. L’altro studia da politico sportivo da quand’era in fasce, non è allievo di nessun maestro in fatto di estrazione culturale anche se è di provenienza destrorsa né di un magistero ha mai sentito il bisogno, potrebbe quasi essere il figlio di Tavecchio.
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Che succede nel Palazzo rotondocratico? Tutto e niente
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Cosa è cambiato nel Palazzo?

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