Se dovesse andar via non ci sarebbe nulla di male e di così clamoroso. È nelle logiche del calcio, di un certo tipo di lavoro. Vedremo che succederà. Massimiliano Allegri, nella stretta attualità, ha altro a cui pensare. C’è uno scudetto da portare a casa per entrare nella leggenda e soprattutto c’è un sogno da realizzare: quello della Champions, il vero obiettivo che potrebbe sancire la fine di un ciclo eccezionale. Vittorie e trionfi a parte, il futuro di Allegri sembrerebbe già segnato. Fuori da Torino e dentro una Londra che sta esaltando Antonio Conte, il nuovo comandante della Premier.
Allegri: i tabloid lo danno già in Premier
Su Allegri si è scatenata una ridda di voci e mezze notizie. I tabloid inglesi ne parlano da parecchi mesi e ora anche in Italia, smentite a parte, si rafforza l’ipotesi d’addio. L’Arsenal spingerebbe molto pur di averlo già dalla prossima stagione. Mancini, altro papabile, spera che non si verifichi l’aggancio. Su Allegri ci sarebbe anche l’interesse del Tottenham. Niente di confermato e quindi, in certi casi, meglio fare attenzione. È molto probabile che si nasconda qualcosa di vero. Allegri all’Arsenal potrebbe funzionare. Ha vinto in grandi club. Ha vinto spesso in ogni posto in cui ha allenato. Dalla serie C fino a categorie superiori. Ha conoscenze elevate e la giusta esperienza per cominciare un’altra sfida delle sue. Il suo carattere e il suo stile, abbastanza distaccato, si sposerebbero alla perfezione con il mood Gunner. Wenger, visto quel che ha vinto (pochino), non sarebbe un’eredità pesante da sopportare. Dopo il Milan, Allegri è stato per mesi in Inghilterra e sarebbe in grado di partire senza handicap. La tradizione degli allenatori italiani, bravi e vincenti, avrebbe un seguito. Per ora la testa e l’impegno sarà tutto per la Juve con cui ha un contratto per un altro anno. Agnelli e Marotta lo vorrebbero ancora. Lui però, risultati a parte, sembrerebbe intenzionato a cambiare. Non per dissidi, ma per un naturale cambiamento e la voglia di misurarsi in un altro campionato. La Juve è il top, ma la Premier stuzzica un appetito differente.
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