Un derby che va oltre la rivalità cittadina. Una partita che la Lazio vive, dopo tanto tempo, da posizione privilegiata: biancocelesti un punto davanti ai giallorossi e in piena zona Champions. Una squadra che ambisce a traguardi impensabili a inizio stagione. Anche per questo il derby, per quanto resti una partita fondamentale, non è più decisiva per le sorti della stagione. Piuttosto una tappa che può direzionare un cammino tracciato da Inzaghi. Ne abbiamo parlato con Stefano Fiore, uno che sa cosa significhi vincere in biancoceleste. Una coppa Italia nel 2004, ben tre gol nella doppia finale contro la Juventus. Quanto basta per conquistarsi un posto fisso nel cuore dei tifosi.
Intervista esclusiva a Stefano Fiore
Fiore, questo derby è meno “decisivo” degli altri. Una tappa, più che uno spartiacque? Il derby ha tante sfumature e sfaccettature. Certo, dopo tanto tempo la stracittadina di Roma torna ad essere una sfida di alta classifica. La Lazio ha cambiato tanto, ma ha trovato equilibrio durante la permanenza di Inzaghi. Di solito il ciclo si interrompeva alla seconda stagione, ma stavolta è tutto diverso. Inzaghi, il valore aggiunto della Lazio? Simone è stato molto bravo. Ha trovato immediatamente l’empatia con i calciatori e non era affatto scontato, considerando che ha avuto solo esperienze con la Primavera. Invece ha stupito tutti: ha compattato lo spogliatoio, creato un’identità, si è posto come punto di riferimento. Ha messo molto del suo in questa Lazio e ne sono contento. Queste qualità di solito emergono con gli anni e l’esperienza. Invece Simone ha lasciato subito l’impronta.
- Login o Registrazione