Un altro enorme dispiacere. Un altro grande che ci lascia. Dopo Mihajlovic e Pelé, ora Gianluca Vialli. È davvero tutto molto triste. E doloroso. Come dolorosa è stata la sua resistenza a un male devastante, impossibile da sconfiggere. Su di lui si potrebbe dire bene all'infinito, ma una tra le tante cose che si possono e si devono dire è che Vialli è stata una persona speciale, intelligente, molto educata, evoluta e colta in un mondo che gli stava sempre un po' dietro.
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Vialli, il campione gentile e coraggioso

LONDON, ENGLAND - JUNE 26: Roberto Mancini, Head Coach of Italy celebrates with Team coordinator, Gianluca Vialli after victory in the UEFA Euro 2020 Championship Round of 16 match between Italy and Austria at Wembley Stadium at Wembley Stadium on June 26, 2021 in London, England. (Photo by Carl Recine - Pool/Getty Images)
Calciatore e uomo moderno
—Perché Vialli ha avuto spesso un'idea oltre, in avanti, capace di avere una visione differente del calcio, talvolta ingessato in dogmi scontati e conservatori. Vialli ha saputo modernizzare un'azione, stimolare cambiamenti, rendere la figura del calciatore più completa, autorevole e caratterizzata da una crescita critica individuale, più dignitosa e indipendente. Un salto in avanti su tutto. Questo è stato Vialli. Da calciatore, da manager in Inghilterra, da imprenditore e da commentatore televisivo. Moderno, pacato e supportato da una struttura intellettiva non comune, così sofisticato nel linguaggio e tremendamente chiaro nel farsi capire.
A testa alta e con senso dell'amicizia
—Su quel che era riuscito a fare sul campo c'è poco da aggiungere. È stato un grande campione, avvolgente e coinvolgente. Un leader nato, trascinatore vero, dalla grande personalità. Combatteva sempre. Su ogni pallone e su ogni idea, sempre insieme al gruppo. Quell'abbraccio a Wembley con il suo amico inseparabile Mancini dopo la vittoria della nazionale all'Europeo certifica e sintetizza un sentimento, oltre che un'impresa. E descrive Vialli nell'essenza. Quelle lacrime di gioia nascondevano una prospettiva ridotta. In quell'abbraccio c'era il passato e il presente. Praticamente una vita vissuta a testa alta, con senso dell'amicizia e con tutto se stesso, oltre le piccole o grandi ombre che abbiamo tutti. È finita troppo presto, crudelmente. Ed è finita con grande dispiacere. Vialli è stato un grande personaggio. Un uomo gentile e coraggioso. Ha avuto un grande cuore e una grande storia. Perché gli uomini senza cuore non hanno ragione di essere raccontati o ricordati come lui.
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