I capricci del mercato! C’è chi si chiede perché Antoine Griezmann, le Petit Diable, uno dei punti fermi della Francia campione del mondo, debba entrare sempre dopo un’ora di gioco e spesso risolvere la partita in zona Cesarini per l’Atletico di Simeone. È impazzito il Cholo? È una mossa tattica, spesso vincente, come contro il Valencia di Gattuso o contro il Porto in Champions? In realtà ci sarebbe una spiegazione più razionale. Anzi 40 milioni di spiegazioni: quei 40 milioni che dovranno essere versati al Barcellona per l’obbligo di riscatto dopo il prestito biennale del campione francese.


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Prestito di un anno o di due? Il caso Griezmann e le visione contrastanti di Atletico e Barcellona
La scelta dell'Atletico Madrid
Un riscatto che diventarebbe obbligatorio se Griezmann giocherà nelle due stagioni almeno il 50% delle partite in cui il giocatore è a disposizione del tecnico. Nella previsione c’è anche l’indicazione che la prestazione viene considerata nel conteggio solo nel caso in cui il giocatore sia sceso in campo per almeno 45 minuti. Questo, dopo che l’attaccante francese è ritornato all’Atletico dopo due anni al Barcellona, che lo aveva fortemente voluto pagandolo nel mercato estivo del 2019 ben 120 milioni più 15 di multa. Ecco la ragione per la quale Simeone centellina le prestazioni del suo campione francese! Lo starebbe usando con il timer, facendolo finora sempre subentrare dalla panchina, proprio per non raggiungere il minutaggio che farebbe scattare l’obbligo di riscatto.
La visione del Barcellona
Ma potrebbe non bastare. A Barcellona sono convinti di avere già in tasca i 40 milioni, tanto che già appaiono nei conti della società, nel bilancio 2022/2023. E ciò in quanto la scorsa stagione l’attaccante francese ha giocato più di un tempo in 30 partite su 39 nelle quali era disponibile, ovvero il 76,9%, perdendo poi altre 12 partite tra infortuni e squalifiche. Per questo i blaugrana sostengono che l’obbligo di riscatto sarebbe così già maturato, avendo Griezmann giocato più del 50% delle partite della stagione in cui era in prestito. Secondo il club catalano, il contratto specificava che il prestito era di un anno con eventuale proroga per un ulteriore anno. Questa condizione per il secondo anno veniva raggiunta se nel primo anno le Petit Diable non avesse giocato più del 50% dei minuti nelle partite in cui era disponibile. E pertanto, ritenendo realizzata la condizione necessaria a far scattare l’obbligo di riscatto, i soldi sarebbero già dovuti. E, come riporta Sport, i legali del club stanno già preparando un’azione per ottenere il pagamento dei 40 milioni.
Il contratto con il Barça scade nel 2024
Dal canto suo il club colchonero non sembra intenzionato a pagare la cifra indicata nell’obbligo di riscatto per il classe ’91 e pare disposto a farlo tornare al Barcellona a fine stagione. Ma qualcuno ci vede anche una strategia ancor più sottile: il contratto che lega il francese al club catalano ha scadenza nel giugno del 2024 e quindi vedersi restituito il giocatore ad una stagione dallo svincolo porterebbe il Barcellona ad accettare offerte inferiori per il suo cartellino, al fine di evitare di perderlo a zero. Nel frattempo, il minuto 60, nel mondo colchonero, sta diventando universalmente noto come "momento Griezmann", tanto per il francese, quanto per Joao Felix, Morata e Correa, i tre attaccanti che vanno in campo dal primo minuto, consci del fatto che uno dovrà lasciare il campo per fare spazio al campione del mondo. Il punto di diritto appare chiaro: la soglia minima per far scattare l’obbligo è relativa ad entrambe le stagioni, o solamente alla prima? Lo vedremo, anzi lo vedrà la giustizia spagnola, dopo che la i vertici della Liga hanno fatto sapere che è una questione economica fra club.
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