Mancini fa 31, quarti in quattro mosse

Con il brivido e con il merito, il sogno azzurro continua. A Wembley contro l'Austria nel destino due mancini dentro l'area di rigore, diretti e implacabili, emergono tra l'ansia da prestazione. L'Italia vola ai quarti di finale, giocando bene il primo tempo e forse avvertendo un sano timore di non farcela nel secondo. Nei supplementari, decidono prima Chiesa e poi Pessina con due splendidi sinistri, belli e precisi. Gli assist di giornata sono di Spinazzola e di Acerbi, tra i migliori in campo. Si subisce un gol evitabile su calcio d'angolo e si soffre sul serio per la prima volta. Meglio così, perché questa sfida ci insegna che non esistono partite facili e non ci sono mai strategie scontate. Mancini si sdoppia e non perde lucidità cambiando una squadra leggermente affaticata e piegata sul palleggio. Si preparano i supplementari cercando di vincere ancora sul campo, senza immaginare i calci di rigore. Il Piano B è praticamente un piano A. Questione anche di fiuto e di psicologia. Sparigliata. Fuori Barella, Verratti, Berardi e Immobile, dentro Pessina, Locatelli, Chiesa e Belotti, i quattro jolly decisivi. La squadra si trasforma nel pensiero: meno negativo e apprensivo e più intraprendente. Grazie ai loro ingressi l'Italia torna a rigirare gioco e mentalità, il gioco diventa veloce e verticale. Lotta ed entusiasmo con qualità, meno possesso perché la bussola Jorginho resta al suo posto. Mancini fa 31 risultati utili consecutivi con i quattro cambi e con la giusta serenità. È nella storia azzurra, da solo, meglio di Pozzo, meglio di tutti. Ora il Belgio o il Portogallo. La storia continua e si va avanti, anche con la sofferenza che serve per immaginare e centrare i traguardi che contano veramente.  Buon calcio a tutti.