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L’Appunto

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Di Stefano Impallomeni. Ci sarà da divertirsi nel capire cosa sarà il campionato dell'Atalanta. È una Dea più quadrata che vuole tornare grande. Koopmeiners sintesi di un calcio pragmatico e maturo. Le vie della Champions sono tornate.

Stefano Impallomeni

Se Koopmeiners, quattro reti nelle ultime due partite e capocannoniere della serie A con Vlahovic, si traveste da Zapata (costretto ad uscire ed ennesimo stop muscolare) allora può succedere davvero di tutto e le vie della Champions sono tornate. È presto dirlo con certezza ma almeno ci sarà da divertirsi nel capire cosa sarà il campionato dell'Atalanta senza coppe, pur considerando la costante precarietà legata a infortuni vari. L'olandese, una tripletta con due rigori trasformati, chiama a raccolta il nuovo corso portandosi a casa il pallone e non vaghe sensazioni di riscatto.

Il nuovo corso

È lui, per ora, la sintesi di un calcio pragmatico e maturo. Ci sono più posizione, meno pressioni e copertura migliore del campo con interpretazione della gara e una utile speculazione su quel che viene e su quel che passa dall'avversario tra conquiste faticose di seconde palle e baricentro della squadra meno sfacciato rispetto alla scorsa stagione. La Dea, dunque, si prende la testa della classifica con la Roma senza il vecchio marchio di fabbrica. Niente arrembaggi estenuanti e ritmi alti, ma letture delle azioni diverse grazie a un calcio fatto di pazienza con solite fiammate e colpi individuali nel consueto contesto organizzato dal Gasp. Si gioca pensando di più al risultato e senza derogare ai principi di gioco che in questo avvio non appaiono così rigorosi. È una Dea più quadrata che vuole tornare grande e chissà quanto competitiva visto che giocherà una volta a settimana.

Un'anima differente

Gasperini sta meditando il rilancio dando un'anima differente (combattiva), perché l'Atalanta non è spettacolare come prima, con il risultato che tutto diventa molto efficace. E i miglioramenti arrivano da dietro, con le cose che in difesa migliorano. Pesa l'assenza di Palomino, certamente, ma Demiral e Toloi restano leader insostituibili. Non si sbraga più e non si bazzica la linea di centrocampo favorendo le infilate a campo aperto da parte degli avversari, nonostante si sia sofferto nel finale di partita contro un Torino orgoglioso e molto buono. In definitiva, sembra l'inizio di una rinascita che parte dal basso. È una Dea più umile, agganciata alla partita fino alla fine e calcisticamente meno arrogante che ha imparato ad essere anche incudine. Se manterrà questa nuova versione, andando oltre la dipendenza di Zapata e Muriel, oltre narcisismi eccessivi, nessun obiettivo sarà precluso. I calciatori di talento ci sono e non sono pochi. Stare in testa dopo aver affrontato Samp, Milan, Verona e Torino non è casuale, sebbene le cosiddette piccole mettano apprensione. Lo scorso anno, soprattutto in casa, sono stati tanti i punti persi. Ora Monza e Cremonese, le prossime sfide, ci diranno a che punto è la situazione.