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L’Appunto
Un gruppone e poi un gruppetto a pochi punti di distanza, ma ci sono tutte le migliori 9 a testimonianza che il divario con il resto del campionato sarà un fattore. La classifica non ha ancora una regina. Nessuna a punteggio pieno e nessuno ancora completo. Molto equilibrio e tanto da sistemare, calendario a parte. Il Napoli si ferma a Firenze contro una Viola che sta finalmente accettando compromessi sani. I pareggi fioccano, tre di fila compresa la Conference, per giunta senza reti. Non è per nulla un passo indietro, ma un segno di crescita, che va compreso. Esistono anche le mezze misure per fare tragitti importanti. Italiano non abdica l'idea del suo calcio, ma la declina con un possesso palla migliore e una fisicità inedita nei duelli. È una Fiorentina da battaglia e meno accademica, ma non sappiamo se siamo di fronte a un'eccezione oppure a una diversità che non sarebbe deprecabile. C'è più voglia di verticalizzare per andare rapidamente a dama, anche se il gol resta una chimera. Jovic è ancora slegato dal resto e fa blocco da solo, mai veramente partecipativo. È forse l'unico vero problema da risolvere. Non tanto per i gol che il serbo dovrebbe garantire ma quanto per un riferimento offensivo che non sembra rappresentare.
Osimhen, non ancora l’oro di Napoli
A proposito di attaccanti, Spalletti cercava Osimhen che avrebbe dovuto essere il protagonista. Un attaccante top, come ha sottolineato alla vigilia, che però non brilla. Le voci suggestive di mercato che riguardano lui e Cr7 in arrivo al Napoli non sembrano disturbarlo. Il nigeriano raramente si libera al tiro e poi viene anche sostituito. Osimhen è molto forte, ha doti eccezionali, ma non è ancora l'oro di Napoli, perché è il Napoli stesso, inteso come squadra, a essere la vera forza. Quando si capirà che non deve essere necessariamente un leader, Osimhen sarà un trascinatore imprescindibile e puntuale: sia nelle realizzazioni che nelle prestazioni. È, comunque, un buon Napoli che cerca di vincere e di sfondare fino all'ultimo. Spalletti scopre l'abbondanza e la rivela nella parte finale della sfida. Dentro Raspadori e Simeone con Ndombelé apparso un po' in ritardo di condizione. I presupposti per restare in alto anche quest'anno ci sono tutti. Tante carte da cambiare e da calare durante le partite. meccanismi oliati, ottimo spirito, con forse meno cattiveria negli ultimi metri. E Spalletti in panchina. È un buon inizio per tutti. Non prepotente, abbastanza normale. Le top 9 o 10 stanno lì, molto vicine e più o meno regolari. Ora le coppe, i turni infrasettimanali e il mercato che finisce. Assisteremo a partite più impegnative ed usciranno pian piano i primi veri valori. E attenzione ai ribaltoni in campo e sulle panchine.
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