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Di Stefano Impallomeni. Tra un mercato non ancora concluso e una stagione anomala con un mondiale di traverso messo lì in mezzo al cammino la Serie A è pronta a ripartire. Lassù tutti a caccia del Milan in una Serie A in forma ridotta...

Stefano Impallomeni

Tra un mercato non ancora concluso e una stagione anomala con un mondiale di traverso messo lì in mezzo al cammino la Serie A è pronta a ripartire. Lassù tutti a caccia del Milan, che cercherà di riconfermarsi dopo una campagna acquisti non roboante ma all'insegna di una continuità di gestione tecnica ed economica. Dietro al Diavolo, parecchia concorrenza. Inter solida, Roma in ascesa e Juventus forse l'unica più dedita a conquistarsi un briciolo di spirito e immaginazione che concentrata a specchiarsi in arrivi che le consentano di attaccare con determinazione la zona scudetto. Più in basso, forse, le altre, che non vanno sottovalutate. Con un Napoli in cerca di un rinnovamento e un rinascimento dopo partenze illustri e Lazio, Fiorentina e Atalanta apprezzabili outsiders in grado di lanciarsi verso sforzi imprevedibili di rendimento fuori portata.

Una Serie A in forma ridotta

Non è una classifica finale e neanche vuole essere una griglia di partenza, ma un semplice status quo che fotografa la nostra Serie A. Otto-dieci squadre che valgono la categoria e altre affette da un bipolarismo di valori in cui resta difficile scorgere una sorpresa, che potrebbe essere rappresentata soltanto dagli stessi fallimenti delle prime dieci e non dai meriti delle seconde dieci. È, diciamo così, una Serie A in forma ridotta dagli esiti più o meno annunciati. Dieci squadre oltre le altre e dentro una competizione che regalerà però emozioni e colpi di scena. La sensazione è che sarà un campionato simile al precedente, in cui regnerà un equilibrio ordinario e non molto prepotente, con la variante mondiale a sferzare le andature e a segnare le rispettive ambizioni. In agosto, solitamente, è tutto molto proditorio perché è una sorta di continuazione della pre-season e non una vera partenza. Si possono tradire i pronostici, ma neanche di tanto. Vedremo. Nel frattempo è tutto molto incerto e imperfetto nonostante il mercato abbia premiato un club rispetto a un altro. Il campo parlerà immediatamente e avremo i primi indizi, sempre abbastanza labili, in attesa di blocchi importanti di partite da disputare. Che cominci il gioco, dunque.

Gestione degli uomini e identità di gioco

Con un'ultima riflessione. Al di là degli organici più o meno forti e profondi, almeno per lo scudetto, sarà essenziale la gestione degli uomini a disposizione a seconda delle partite e avere un'identità di gioco di riferimento rilevante. Il Milan è stato il migliore e ha vinto per questo motivo. Mantenere una fisionomia, esaltare i pregi, rafforzare le specialità della casa e nascondere i difetti costituirà la via maestra per arrivare primi. Non dimentichiamoci che la flessibilità e la normalità di Pioli sono state le vere bisettrici della vittoria finale nel complesso di un livellamento di valori dopo il dominio della Juventus degli anni passati. Lo diciamo da tempo. Può essere il momento di tutti o di nessuno. Mourinho fiuta l'occasione e respira il presente con entusiasmo. Allegri deve allinearsi. Inzaghi cercherà di evitare scollamenti. Gli altri daranno battaglia in un equilibrio sottile e sfibrante. Per gli allenatori sarà fondamentale non avere ragione, ma capire che il contesto va vissuto soprattutto con organizzazione, condizione e semplicità, piuttosto che riempirsi di schemi. Chi lo capirà subito resisterà fino in fondo, al netto di fortuna e variabile infortuni. Chi non lo capirà, viceversa, resterà fermo e sconsolato al palo dei rimpianti. Buon calcio a tutti. E fateci divertire.