Et voilà, la Francia ci sarà, lì domenica contro l'Argentina per la difesa del titolo. Questa volta non è Grandeur, ma sano realismo, perché il Marocco è un ostacolo durissimo da superare, mai arrendevole nei suoi tentativi di recupero. Hakimi e compagni per la prima volta scoprono un altro piano gara, perché vanno sotto e assaggiano la prima sconfitta. Arrivederci al prossimo sogno, nonostante resti la grande prestazione. Complimenti a tutti: sono loro la sorpresa della competizione.

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L’Appunto
Francia, profonda e sostanziale
—Della Francia cosa altro aggiungere. Diremmo sostanziale e profonda nelle scelte. Non c'è Rabiot e gioca Fofana, esce Giroud entra Thuram e Mbappé va a fare il centravanti. Theo Hernandez segna alla Giroud, dopo due assist all'attivo forniti finora. Prima di lui in un'edizione mondiale tra i difensori c'erano riusciti soltanto Tresor e Lizarazu. Ma c'è soprattutto Antoine Griezmann, travestito alla Zidane nell'interpretazione del ruolo, che fa girare il gioco con qualità e tempi giusti. Regista avanzato e lettore spietato di qualsiasi traiettoria sia in attacco che in difesa, il piccolo diavolo è tra i migliori giocatori di questo mondiale. Questa mossa è il tocco di Deschamps che non sbaglia un colpo. Nella Francia tutto è collaudato, pensato e gestito in maniera semplice, anche nell'inferno che il Marocco ha saputo creare. In uno stadio contro e con un arbitraggio discutibile (Ramos ha sorvolato parecchio nel non ammonire quando serviva).
La sfida dei 10
—Mbappé non segna, sebbene sia presente nelle due reti che decidono la sfida. Roi Kylian resta unico: veloce come un razzo e freddo come i grandi. E ora la sfida dei 10 contro Messi per decidere chi sarà il padrone di questo mondiale. L'argentino e il francese sono entrambi a 5 reti, ma in finale Mbappé sa già come si fa: campione in carica e firma nella vittoria contro la Croazia in Russia. Per lui l'obiettivo è risaputo. Centrare il record da sogno, ossia la doppietta consecutiva riuscita a Pelé per poi festeggiare i suoi 24 anni due giorni dopo nel migliore dei modi. Altra storia per Messi, che con 11 anni in più del suo compagno di squadra al PSG, insegue la prima volta da protagonista dopo la finale persa in Brasile nel 2014. Degno finale ed epilogo top. Duello personale tra marziani e tra due collettivi umili, smaliziati e tosti. A domenica.
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