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L’Appunto

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Di Stefano Impallomeni. L'Inter quando decide di giocare in questo modo è da vertice certo. Jovic, meglio i gol delle parole. Mourinho, parole di fuoco ma i traguardi non sono ancora compromessi.

Stefano Impallomeni

C'è da chiedersi perché l'Inter non sia stata così determinata contro la Juventus e soprattutto perché non conosca mezze misure. Con il Bologna è una vendemmiata, altro che pareggio il vero sconosciuto di questo campionato per una squadra che quando decide di giocare in questo modo è da vertice certo.

Il gioco, la stella polare

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La goleada ha rinfrescato una memoria importante. Il gioco resta la stella polare, indipendentemente dalle prodezze individuali. Questo gruppo si identifica con la tecnica. Inzaghi allontana nuovi fantasmi e ridà potere alla tecnica, ai suoi leader maestri di possesso palla e palleggio. Perché se dai forza e qualità al centro del campo, poi risbucano le trame giuste all'esterno, con Dimarco che diventa l'emblema della serata. È stato specialmente il mercoledì dei bomber e della dichiarazione di fuoco di Mourinho che farà discutere parecchio. Gol strepitosi di Abraham e Dzeko. A segno anche Zapata, Pinamonti e Jovic che forse potrebbe trovare una vera stabilità di ruolo, una titolarità autorevole, anziché un trampolino di lancio, vale a dire la Fiorentina, considerata tale dallo stesso serbo pochi giorni fa. Meglio i gol delle parole: è quello che i tifosi viola vogliono e si aspettano.

Mou e la scossa delle scosse

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E a proposito di parole di fuoco, ecco la scossa delle scosse firmata José Mourinho al quale il pareggio subito dal Sassuolo dopo aver assaporato la vittoria per qualche minuto è andato di traverso ed è un eufemismo. Il portoghese esplode a fine partita stavolta contro uno dei suoi. "Ci ha tradito chi è entrato con un atteggiamento non professionale. L'ho già invitato a trovarsi una squadra a gennaio". Chiunque sia il presunto colpevole, molto imbarazzo nella conferenza stampa post partita. Il portoghese ha spesso parlato della Roma come una famiglia, ma questa volta l'uscita è ruvida, diretta, quasi impossibile da ricucire nei confronti di un suo appartenente alla comunità difesa sempre con la diligenza del buon padre di famiglia. È giusto così o era meglio evitare lavando i panni sporchi, appunto, in famiglia? Cos'è che non sappiamo? Che è successo di così grave per lo Special One? Perché Mourinho è andato giù così duro uscendo allo scoperto e mettendo alla gogna mediatica uno dei suoi giocatori? Il fatto è pesante e inaspettato. Non si capisce, per adesso, granché tranne il tenore della dichiarazione. Possiamo soltanto immaginare qualcosa, ma non è sufficiente per dire o scrivere altro. Di sicuro, c'è una cosa. La Roma non sta attraversando un periodo sereno per vari motivi, non gioca un calcio abbagliante, non segna come vorrebbe, non vince così agevolmente, ma non è una squadra così tragica al pari della sua classifica e i traguardi non sono ancora compromessi.