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L’Appunto

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Di Stefano Impallomeni. L’Inter bada al sodo e allontana le voci di crisi. Il Napoli risolve una partita spinosa con un altro colpo estivo. Il Milan sa soffrire, forse non è la più forte ma certamente si sente forte.

Stefano Impallomeni

C'è un oggi e probabilmente ci sarà un domani nell'analizzare le vittorie di Napoli e Inter, entrambe arrivate quasi all'ultima giocata disponibile, dopo due partite sofferte e molto complicate. Un oggi perché i due successi sono stati voluti con determinazione e mentalità importante, oltre le rotazioni obbligate da impegni ravvicinati e alcune imperfezioni che ci possono stare in questo inizio convulso tra grandi aspettative e ansie da risultato. E un domani perché vincere questo tipo di partite certifica la competitività delle due squadre che, al di là dei numeri delle rispettive classifiche, saranno protagoniste in un modo o nell'altro fino in fondo.

Un’Inter che va al sodo

Colpisce la straordinaria volontà dell'Inter, impelagata in un ritmo gara che non conosce, e convince lo sforzo di uscire da una prevedibilità di manovra non prevista ai nastri di partenza. È un'Inter, insomma, che sa capire il momento, cogliendone la delicatezza, riducendo la spigliatezza tecnica e intensa dello scorso anno. Si va al sodo con l'invenzione di Barella per Brozovic che di punta pennella il gol vittoria e sperona eventuali crisi. Sono i tocchi di prestigio che segnano una voglia considerevole di voler esserci ad ogni costo. Contro un Torino in palla, i nerazzurri vanno incontro a un tutto o a un niente con il rischio di perderla. E lo si riscontra nella prestazione di Handanovic che ristabilisce le gerarchie: di nuovo capitano e decisivo con interventi strepitosi. Si torna a vincere con grande personalità, carattere e testa. Non è ancora un'Inter sicura, ma è evidente il messaggio di vita e di lotta.

Napoli, Raspadori contro ogni pronostico

Per il Napoli un'altra storia scorbutica vinta con un altro colpo estivo. Dopo il Lecce, anche lo Spezia crea problemi chiudendosi a riccio e ripartendo. La squadra di Spalletti non si ritrova contro questo tipo di tattica avversaria. Raspadori, però, rimedia e scarta i tre punti in fondo con un destro "cieco" e liberatorio, dopo aver prima sbagliato parecchio in scelte e precisione. È il bello del calcio, con Spalletti che lo sottolinea a fine partita accennando a una sua possibile sostituzione. Un pensiero comune di molti quando avevano visto uscire dal campo Kvaratskhelia invece di Raspadori, confermato sul campo e infine match winner contro ogni pronostico. La visione di Spalletti fa la differenza, mettendo a posto ennesime rotazioni e scelte che scombussolano troppo la forza di un Napoli che però, come dice Spalletti, deve sostituirsi spesso per conoscersi meglio e prima. Obiettivo: far rendere tutti importanti e funzionali a lungo e non soltanto nel breve periodo. Avanti così, dunque, perché chi vince ha sempre ragione. A patto di non perdere punti "facili" e la bussola per orientare partite con punti da conquistare. Lobotka attualmente è la migliore che ci sia.

Lo spirito del Milan

Il Milan va avanti di rigore e di furore. Con la Samp partita combattuta e segnata dall'arbitraggio di Fabbri, che lascia a desiderare nella gestione di alcuni episodi. Giampaolo, espulso, lo dichiara apertamente. È comunque una vittoria che conferma la forza di una squadra che lotta per vincere e non resiste alla voglia di stupire. Leao fa e disfa. Il portoghese si fa espellere per doppia ammonizione, salterà il match clou di domenica prossima contro il Napoli, ma lascia inalterato e continuo il solco di classe e di potenza con l'ennesimo strappo poderoso nell'assist per Messias sul primo vantaggio rossonero. In 10 poi, ecco il Milan che sembra in 12. Giroud suggella un'ottima prestazione nel finale sofferente e lucido. Questa squadra ha uno spirito incredibile e sa essere forte in ogni circostanza. In questo aspetto è avanti alle altre contendenti al titolo, in attesa naturalmente di verifiche. Mentalità e maturità consistenti. Tonali, a fine partita, sintetizza meglio. " Non siamo i più forti, ma ci sentiamo forti". Condividiamo. Ed è forse questo il segreto del perché stanno ancora lassù.