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L’Appunto

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Di Stefano Impallomeni. Napoli e Lazio tengono alto il morale europeo, mentre il resto della compagnia non vince e ondeggia tra ritardi di condizione con occasioni più o meno mancate

Stefano Impallomeni

Napoli e Lazio tengono alto il morale europeo. Spalletti e Sarri mettono in moto idee e contenuti, facendo sprigionare calcio intenso e di qualità alle proprie squadre. Il Napoli fomenta interesse in questa nuova versione rock post vecchio corso. C'è chi era preoccupato delle partenze illustri e invece di botto spuntano eccezionali interpreti giovani, che sanno governare pressioni e stress, liberando opzioni tecniche sublimi. Zielinski e compagni si prendono la scena, schiantando un Liverpool a due cilindri e abbastanza elementare in difesa. La vittoria è però senza macchie, costruita e voluta con personalità e mentalità. Ecco, il punto: la mentalità di voler essere protagonisti, e si spera non soltanto per una sera. Belli e possibili? Stesso discorso, seppur in un altro contesto e contro un altro avversario, vale per la Lazio che non è distante da questo pensiero di dominio del gioco. Si cresce tra palleggio e velocità di esecuzione. Ci sono un sano divertimento e una leggerezza che possono aiutare a farsi una reputazione nuova, più ambiziosa. Luis Alberto figliol prodigo?

C'è chi deve ancora partire davvero

Il resto della compagnia non vince e ondeggia tra ritardi di condizione con occasioni più o meno mancate. Il Milan assapora il successo, schivandolo senza essere tambureggiante come nel derby. De Ketelaere è già stella o stellina? La Juventus reagisce, ribellandosi a un'incompletezza diffusa e a un calcio povero di proposte che la pone di fronte ad esami costanti da superare. Con il Psg è una sconfitta, ma affiora qualche fiammella di logica e carattere. Miretti o Locatelli? La Fiorentina si infrange nel suo blocco considerevole del gol da fare. La Viola di Italiano crea i presupposti per realizzarlo, ma non ci spiega bene perché non riesce nell'impresa. La prestazione è quasi sempre presente, le occasioni anche, ma manca il fine giusto del gioco, ossia il gol o i gol che fanno la differenza. Jovic o Cabral? Inter e Roma cadono come la Juventus, ma sono simili in queste piccole contrazioni di rendimento. Il Bayern che vince non è una notizia, perché il fatto è che l'Inter non è ancora partita davvero. C'è una discontinuità clamorosa di rendimento oltre le sconfitte, che sono già tre. E i cambi e la gestione di Inzaghi questa volta contano relativamente. L'Inter ha perso Perisic e non ha inserito al meglio i nuovi. Aspettando Lukaku, non ci sono novità. Si va lenti negli spazi senza molta precisione e convinzione. I migliori si rivelano i peggiori e non è possibile. Giusto Barella in panchina?

Una Roma da rilegare

Sono due le sconfitte consecutive della Roma. Sei gol subiti contro Udinese e Ludogorets: situazione abbastanza allarmante, perché tutte le reti sono state prese su azione. La fase difensiva della squadra non è più il fiore all'occhiello di Mou. In avanti, a parte qualche cosa, si fa pochino e con intermittenza. La Roma delle ultime partite (anche con Juventus e Cremonese qualche avvisaglia) appare un'altra squadra, squinternata nelle distanze tra i reparti. Serve una rilegatura immediata di una forma atletica importante, il recupero di giocatori utili e una mentalità, appunto, essenziale, che l'ha fatta gioire in Conference lo scorso anno. È competitiva, ma deve ritrovare punti fermi, stabilità, qualità, personalità e dinamismo in mezzo al campo, perché è lì che vai avanti o vai indietro negli obiettivi. E occorre esaltare meglio un gioco offensivo migliore, esente dai soliti piazzati o lanci mirati a saltare le linee che possono servire ma non devono essere una costante. Senza dimenticare la forza degli esterni, che nel sistema attuale di gioco valgono le potenziali giocate di un Dybala. Senza tante fonti di gioco, si rischia di neutralizzare anche quelle migliori della casa. La Roma sembra aver perso certezze ed equilibrio, che appariva raggiunto e visibile. Tornerà ad Empoli?