Per un allenatore, entrare in uno spogliatoio nuovo è sempre un grande punto interrogativo. Che personalità incontrerà? Riuscirà a trovare nei calciatori a sua disposizione quello che serve? Saprà tenere testa a leggende del passato, dentro e fuori dal campo? Domande che certamente si è posto Erik Ten Hag al momento di accettare la panchina del Manchester United. Un ruolo, quello di tecnico dei Red Devils, che da una parte è un sogno, ma che negli ultimi anni è diventato un incubo. Da quando se n'è andato Sir Alex Ferguson al termine della stagione 2012/13, Old Trafford ha praticamente divorato allenatori di tutte le fogge e con i palmares più diversificati.
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Don’t Cross the Boss – Lo United cerca quello che forse non c’è: un nuovo Ferguson non si trova facilmente…
Moyes, Van Gaal e Mou
Prima fu Moyes, scelto direttamente da The Boss (sì, la rubrica è ispirata proprio a lui). Ma lo scozzese venuto dopo lo scozzese è durato poco, sostituito da Ryan Giggs come traghettatore. Poi ci ha provato Louis van Gaal. Louis il duro, quello che andava dai calciatori a dir loro a brutto muso che non avrebbero mai giocato con lui in panchina. Per lui due stagioni, una FA Cup vinta e tanti scontri con la dirigenza, soprattutto sul mercato. Nell'estate 2016, il lampo di genio. Ma se arrivasse Josè Mourinho? Lo Special One mette piede a Old Trafford da padrone di casa dopo un decennio come avversario e fa subito un mezzo miracolo: Community Shield, Coppa di Lega ed Europa League. Non esattamente quello a cui sono abituati allo United, ma è un buon inizio.
Ole e Rangnick
Il portoghese però ha davanti un Manchester City irraggiungibile. Solo un secondo posto nella seconda stagione, condita da scontri con la stampa e con i suoi calciatori, su tutti Pogba. A dicembre 2018 salta anche Mou, che viene sostituito da Ole Gunnar Solskjaer. L'eroe di Barcellona 1999 dovrebbe essere una soluzione temporanea, ma il suo ottimo inizio convince tutti e Ole rimane al timone, come dice un celebre coro. Ma nemmeno il norvegese, il rappresentante in terra dell'era della divinità Sir Alex, può nulla. La mediocrità a Old Trafford sarà anche diventata compagna di viaggio, ma le figuracce non vuole vederle nessuno. Dunque, a metà stagione 2021/22 addio anche a Solskjaer. Arriva Ralf Rangnick, con il compito di sedersi in panchina e poi di ribaltare il club come un calzino, applicando un po' di metodo Red Bull. Ma il tedesco trova troppa poca collaborazione per i suoi gusti e una volta finita la stagione saluta anche come advisor, preferendo fare il CT dell'Austria a tempo pieno.
Basta cercare il nuovo Ferguson
E adesso...tocca a Ten Hag. Uno che con l'Ajax ha fatto benissimo, ma che ha idee e concetti molto ferrei. Sarà quello che serve a uno United ormai orfano da quasi dieci anni di una guida che sappia apprezzare in pieno e capire? I primi scontri con Cristiano Ronaldo e la sconfitta con il Brighton non depongono a suo favore. Ma se il club nell'olandese ci crede, farà meglio a utilizzare il lodo Ferguson. Quando Sir Alex è arrivato, lo United era in condizioni anche peggiori di quello attuale. C'è voluto tempo al mago scozzese per trasformarlo nella macchina capace di vincere 13 volte la Premier League e due la Champions. E se nessuno può pensare che a Ten Hag saranno concessi quattro anni senza risultati, forse bisognerà evitare di fagocitare anche lui in nome di un blasone che al momento è parecchio appannato. E forse da quelle parti devono smetterla di cercare un altro Ferguson. Se The Boss, IL Capo, ha la lettera maiuscola all'inizio dell'articolo, un motivo dovrà pur esserci, no?
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