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Azzurro elettrico alla prima

ROME, ITALY - JUNE 11: (L - R) Alessandro Florenzi, Ciro Immobile and Leonardo Bonucci of Italy line up to sing the national anthem prior to the UEFA Euro 2020 Championship Group A match between Turkey and Italy at the Stadio Olimpico on June 11, 2021 in Rome, Italy. (Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Di Stefano Impallomeni. Nella serata di Roma, con il pubblico dello Stadio Olimpico a trascinare, c'è stata la risposta che ci si attendeva. Bella notte, emozionante e direttamente proporzionale alle aspettative, diremmo magica.

Stefano Impallomeni

Il debutto è da urlo. Grande vittoria e grande partita con tre gol segnati alla Turchia, che in tutte le partite di qualificazione ne aveva subiti altrettanti. Nove partite consecutive senza subire reti e lasciamo da parte per un momento la striscia di risultati utili in fila che oramai sono prassi, come i tanti gol segnati. Il fatto rilevante semmai è un altro ed è che questa squadra è davvero forte, senza limiti fino ad avversario contrario, perché vedere una squadra così sicura sotto ogni punto di vista e che si diverte a fare le cose difficili nel modo più semplice possibile è un piacere per gli occhi. Un piacere anche dello spirito, che è quello spirito di gruppo precocemente mostrato insieme a una maturità in cui c'è quasi tutto.

ITALIA IMPRESSIONANTE - Nella serata di Roma, con il pubblico dello Stadio Olimpico a trascinare, c'è stata la risposta che ci si attendeva. Bella notte, emozionante e direttamente proporzionale alle aspettative, diremmo magica. Sugli spalti gioia e sorrisi per una vittoria netta, quasi annunciata vedendo lo sviluppo della partita, lo svolgimento dei fatti. E giù consensi convinti per gli azzurri che sembravano più di undici in campo, scafati nel moltiplicare cose utili e belle. L'Italia ha impressionato. Praticamente una specie di onda tecnica perfetta nel coprire le zone, abile nello spazio e nel tempo, capace di produrre una velocità incredibile di esecuzione, nei movimenti, nelle pressioni, nel palleggio, nelle distanze, nel sacrificio, nei suggerimenti e infine nei gol che arrivano quasi sempre al posto giusto e nel momento giusto. Mancini il super regista. Anche se ci ripetiamo, è lui il vero ispirato, colui che ha saputo finalmente creare una nazionale diversamente spettacolare, finalmente meno noiosa e scontata. Gli effetti si vedono e si sentono, consegnandoci alcune considerazioni.

FORZA E PAZIENZA - Tra le tante, una in particolare, ossia quella sensazione che dopo la fine di una partita della nazionale venga voglia di rivederla subito, perché il tempo scorre via veloce, senza grandi patemi, senza tante perplessità, essendo certi di un risultato positivo. E la conseguenza che arriva è abbastanza naturale, con l'Italia che alla fine ti toglie il diritto di critica, o almeno, te lo fa sospendere, perché domina di brutto e non soltanto vince. È vero: come dice Bonucci siamo alla prima, come afferma Mancini è stata una buona partita. Piedi per terra, in attesa di verifiche. Eppure, di contro, c'è voglia già di andare oltre, di sognare Londra, perché gli azzurri ci stanno viziando un po' troppo, grazie a un talento collettivo di spessore, grazie a un gruppo che dimostra per l'ennesima volta la sua forza. L'Italia vola in alto ed è una salutare scarica di adrenalina pura, senza andare a fare il pelo delle differenze tra un tempo, il primo, e il secondo risolutivo, giocato come si avrebbe voluto sin dall'inizio. Senza spazi o con spazi a disposizione, c'è sempre una squadra e c'è sempre una seconda parte che segue la prima, perfezionandola e non rinnegandola. E c'è soprattutto un filo che lega la pazienza, che risulta essere la migliore virtù di questa squadra che scaraventa fantasia, voglia ed entusiasmo nel divertirsi e divertire, senza il bisogno di scomporsi, anche contro decisioni arbitrali discutibili (nel primo tempo negato un rigore).

PAGELLE - Potremmo fare le pagelle, come tutti. E allora, ecco alcuni nomi. Spinazzola straordinario, Berardi determinante, Jorginho indispensabile, Immobile e Insigne sempre sul pezzo, Chiellini e Bonucci muraglie e non solo. Barella, l'eclettico di un centrocampo privo di alternative importanti quali Pellegrini, Sensi e Verratti. Questa Italia non accusa perdite e va avanti come un treno. Tutti utili, tutti indispensabili. Potremmo proseguire fino all'ultimo, perché è veramente difficile trovarne uno che giochi male o che faccia danni. Il segreto di questa Italia è proprio il gruppo. Un gruppo consapevole di essere forte, competitivo, senza la necessità di farlo sapere troppo in giro, fuori da Coverciano. Meglio così, col bonus degli applausi che di questi tempi non guasta mai.