Quando l'Italia si è giocata la finale degli Europei del 2000, la prima dopo la vittoria del 1968, in campo c'era Massimo Ambrosini, entrato al minuto 66 del match contro la Francia. Dunque, l'ex centrocampista del Milan sa benissimo cosa vuol dire giocare il match che può regalare il trofeo. Quella volta non è andata benissimo, così come nel 2012 contro la Spagna. Ma non c'è da essere negativi. Parlando a Goal, Ambrosini dice la sua riguardo la partitissima di Wembley e spiega che il fattore campo può contare, ma che in fondo non sarebbe la prima volta che i padroni di casa non riescono a reggere la pressione di dover vincere davanti al proprio pubblico.

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Ambrosini: “Giocare a Wembley può creare pressione agli inglesi. Jorginho è insostituibile”
Ambrosini dice la sua riguardo la partitissima di Wembley e spiega che il fattore campo può contare, ma che in fondo non sarebbe la prima volta che i padroni di casa non riescono a reggere la pressione di dover vincere davanti al proprio pubblico.
PRESSIONE - "La presenza di tanti tifosi inglesi a Wembley può incidere anche per loro, nel senso che non tutti sono abituati a giocare una finale davanti al pubblico del proprio Paese e alcuni potrebbero accusare la pressione. Non sarebbe la prima volta, peraltro. Storicamente ci sono state sconfitte clamorose di squadre che giocavano in casa le finali: penso al Bayern Monaco in Champions League o alla Francia in occasione degli ultimi Europei". In ogni caso, c'è da fare attenzione. In particolare alla stella della squadra, l'Uragano Kane. Uno che ha carburato tardi in questo torneo, ma che è comunque il pericolo pubblico numero uno. "Harry Kane è un grandissimo attaccante. All'inizio degli Europei non ha inciso, ma ora sta ricordando a tutti che è uno in grado di fare la differenza come pochi".

CENTROCAMPO - La forza dell'Italia, invece, è nella mediana. Un reparto che ovviamente Ambrosini conosce benissimo e che ritiene possa essere la chiave del match. "Sì, il centrocampo incide tanto, anche perché quest'anno oltre ai titolari abbiamo delle alternative valide che danno opzioni diverse anche in termini di caratteristiche perché Verratti è diverso da Locatelli, Pessina è diverso da Barella, quindi a parte Jorginho che è insostituibile c'è un'ampia scelta e di qualità". Ma comunque vada, il capolavoro del CT è innegabile. "Roberto Mancini va ringraziato per quello che ha fatto, dobbiamo riconoscergli il merito di aver creato una squadra forte, coraggiosa e di personalità. Quello che ha fatto lui resterà a prescindere dal risultato della finale che ovviamente speriamo possa essere la ciliegina sulla torta". Anche per togliersi dalla testa quel ricordo di 21 anni fa...
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