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Superlega, la UEFA ha il monopolio sul calcio europeo? La Corte di Giustizia UE chiamata a una decisione

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Di Francesco Paolo Traisci. I prossimi 11 e 12 luglio la Corte dell’Unione Europea deve decidere se la UEFA gode di un monopolio nell’organizzazione delle competizioni continentali, cosa di cui viene accusata dalla Superlega. Quali sono gli...

Francesco Paolo Traisci

Presto conosceremo la verità: l’11 ed il 12 luglio la Corte di Giustizia dell’Unione Europea sarà chiamata a decidere della questione pregiudiziale sollevata dal giudice spagnolo in relazione alla legittimità dello stop e delle relative sanzioni che l’UEFA ha imposto sulle big europee che avevano tentato di dare vita al progetto della Superlega, il famoso campionato ad inviti fra le big del calcio europeo. Progetto naufragato e rientro nei ranghi della maggior parte delle partecipanti, dopo le dure prese di posizione di tifosi, federazioni nazionali, governi ma, soprattutto, della UEFA, che non l’aveva presa affatto bene, minacciando e poi comminando forti sanzioni ai tre irriducibili: Real Madrid, Barcellona e Juventus. 

La controversia giudiziaria

E ne è nata un’aspra controversia combattuta all’interno delle aule di giustizia.  Le 2 big spagnole (insieme all’alleato torinese) avevano scelto il giudice di casa, il tribunale spagnolo, per lanciare il primo attacco. Ed il giudice aveva risposto presente. Stop alle sanzioni presenti, passate e future; stop ad ogni tentativo dell’UEFA di bloccare il progetto della Superlega ed ogni progetto simile. Certo in via provvisoria, in base ad una cognizione sommaria, ossia dopo aver sentito solo gli argomenti delle società e senza aver interpellato la difesa dell’UEFA stessa. Un provvedimento preso solo in base al fumus boni iuris (ossia alla impressione che ci sia un diritto) ed all’urgenza, che però necessitava di essere confermato da un ulteriore pronuncia, questa volta presa con un contraddittorio fra le parti. 

La UEFA ha il monopolio o viola le leggi antitrust?

Ed ecco l’attesa di conferma da parte del Tribunale, in seguito ad un esame più attento delle ragioni giuridiche delle due parti. In particolare, senza voler troppo complicare la faccenda, si sta discutendo del fondamento del potere dell’UEFA di vietare i tornei “privati” che dovessero porsi in contrasto con le proprie manifestazioni ufficiali e delle conseguenti sanzioni che può comminare. E, visto che questo potere deriva da un articolo dello statuto stesso dell’UEFA, è proprio quest’ultimo ad essere stato messo in discussione. Messo in discussione dalla difesa dei club ribelli in quanto espressione di un monopolio che sarebbe contrario alle norme antitrust contenute nel Trattato dell’Unione Europea. Ma quando si tratta applicare il Trattato il giudice nazionale deve rispettare l’interpretazione del Giudice comunitario, non potendo, per ragioni di uniformità fra i vari paesi fornirne una propria. E quando manca in quella specifica controversia, aspettare che si formi. Ed allora ecco la sospensione del processo spagnolo in attesa che il Giudice Europeo stabilisca con una propria sentenza se l’UEFA e sopra di lei la FIFA (ed a cascata le singole federazioni nazionali) possono regolare tutto il movimento calcistico organizzando i propri tornei e fornire la propria approvazione ad ogni ulteriore competizione, ossia se la clausola nei vari statuti che prevede l’imprescindibile approvazione di ogni competizione non ufficiale, pena sanzioni disciplinari all’interno delle competizioni ufficiali per i partecipanti sia lecita oppure se sia una violazione dei principi antitrust.

Difficile che abbiano ragione i club...

Già a suo tempo avevo manifestato dubbi sulla possibilità che la Corte di Giustizia dell’Unione Europa dia ragione ai club. Il ruolo istituzionale dell’UEFA e delle Federazioni nazionali è quello di organizzare le competizioni ed è quindi naturale che abbia anche il potere di difenderle da chi ne vorrebbe minare l’unitarietà. 

Non credo proprio che questo potere di regolare l’accesso alle competizioni verrà messo in discussione dalla Corte. Sono convinto che l’UEFA conserverà il suo potere di escludere e sanzionare chi crea delle alternative che, peraltro, essendo manifestazioni a numero chiuso, minerebbero l’inclusività, l’integrità e la struttura del calcio europeo, caratterizzato da competizioni aperte con promozioni e retrocessioni e con qualificazioni per merito. Sarebbe assolutamente ingiustificato ed ingiustificabile da un punto di vista giuridico, oltre che pericoloso, perché la questione potrebbe essere riproposta per le altre discipline sportive ma per la stessa CIO ed i comitati olimpici nazionali, minando tutto il movimento sportivo. E sarebbe un serio attacco a quella specificità dello sport tanto importante sotto ogni punto di vista!