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Superlega, ci risiamo? Il nuovo progetto sembra “meritocratico”, ma non piace comunque alla UEFA

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Di Francesco Paolo Traisci. Progetto Superlega definitivamente abbandonato? No, pare proprio di no. Di acqua ne è passata sotto i ponti, ma ancora se ne parla, con una nuova formula che prevede qualificazione e non invito. Ma che non piace comunque.

Francesco Paolo Traisci

Progetto Superlega definitivamente abbandonato? No, pare proprio di no. Di acqua ne è passata sotto i ponti, ma ancora se ne parla. Abbiamo tutti ancora negli occhi il blitz notturno quando 12 big dell’Europa calcistica presentarono un progetto per un Campionato fra loro, un campionato fatto di scontri fra le squadre più blasonate del vecchio continente. Tre italiane, Milan, Inter e Juventus, sei inglesi, Manchester United, Manchester City, Liverpool, Arsenal, Tottenham e Chelsea e tre spagnole, Real, Barcellona ed Atletico, più tre delle possibili fondatrici (PSG, Bayern Monaco e Borussia Dortmund) che già si erano tirate indietro. Poi la dura reazione di UEFA, Federazioni nazionali, ma anche di tifosi ed istituzioni portarono ad un rapido dietrofront, con uno sfilarsi progressivo di quasi tutti i partecipanti, in modo da lasciare da sole Real Madrid, Barcellona e Juventus.

La controversia giudiziaria in corso

Sole ma irriducibili, tanto che il Real (spalleggiato dalle altre 2) ha intrapreso una accesa controversia giudiziaria, combattuta senza risparmio di colpi prima dinanzi la giustizia spagnola e poi di fronte alla Corte di Giustizia Europea. Controversia che non si è affatto fermata e prima poi arriveranno i verdetti. Prevarrà la libera concorrenza, come richiesto dalle tre società ribelli, o l’unitarietà dello sport, con Federazioni nazionali e UEFA titolari dell’organizzazione di tutti i tornei ufficiali? Io credo che alla fine prevarrà quest’ultima e UEFA e Federazioni non dovranno cedere su nulla. Ne andrebbe del monopolio dell’UEFA e quindi sarebbe messo in gioco il suo ruolo nel movimento calcistico e, in definitiva, la sua stessa ragione di esistere.

Il nuovo progetto, con qualificazione e senza inviti

E sotto sotto lo credono anche i club che hanno iniziato la causa contro l’UEFA, tanto che pur non di non smantellare completamente il progetto sono pronti a rilanciarlo correggendo uno dei suoi maggiori punti di criticità: quello della selezione dei partecipanti. Se inizialmente il format prevedeva un torneo ad inviti, con i fondatori fra i protagonisti e qualche amico fidato da invitare annualmente, progressivamente gli inviti sono stati sostituiti dalla qualificazione attraverso i tornei nazionali, sempre in aggiunta ai fondatori. Ed ora pare che ci sia un rilancio: solo membri qualificati, niente inviti, niente partecipanti di diritto. E due divisioni con promozioni e retrocessioni dalla prima alla seconda. Tutto su base meritocratica e senza privilegi.

Basterà per farlo digerire all’UEFA? Mi dispiace ma non credo che sarà così. Sarebbe il quarto torneo continentale, per nulla diverso dalla Champions e sicuramente concorrenziale con quest’ultima in una stagione agonistica già troppo congestionata! E dalle reazioni al veleno di Ceferin e del Presidente della Liga Spagnola Tebas, pare proprio così!