"Fondi di investimento e web tv: il futuro dei diritti televisivi. Amazon ha trasmesso l'ultima giornata di Premier in Inghilterra, alcuni canali tematici (inter) sono finiti su DAZN, i fondi USA investono sul Mondiale per Club. Come ormai tutti hanno capito e come abbiamo più volte detto, il futuro del calcio è nelle trasmissioni via etere. E non solo, come tradizionalmente si riteneva, nei diritti televisivi. Già perché, con la tecnologia e la globalizzazione, quello che inizialmente era un mercato assolutamente marginale, il mercato dei diritti in streaming, relativo alle dirette su computer tablet e telefonini, è diventato improvvisamente un mercato primario. Ed il mercato dei diritti televisivi, con la classica ripartizione fra digitale terrestre e satellitare, sta diventando sempre di più un enorme mercato globale di diritti audiovisivi…


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Soldi, diritti audiovisivi in streaming e nuove competizioni: il calcio diventa sempre più globale
Di Francesco Paolo Traisci. Il calcio ormai è sempre meno per i tifosi allo stadio e sempre più per i milioni di possibili spettatori in streaming da tutto il mondo. E nuovi protagonisti, come Amazon o i fondi di investimento, cominciano a...
I nuovi protagonisti del mercato dei diritti TV
"Mercato in cui si sono buttati i colossi delle trasmissioni online, Amazon Prime in testa, che ha mandato in streaming un turno della Premier League, il massimo campionato calcistico inglese, battendo il proprio precedente record di iscrizioni giornaliere nel Regno Unito, con milioni di spettatori. Ed un mercato che potrebbe far gola a tanti, Facebook, Twitter, Youtube e tanti altri. Il tutto quindi anche nell’ottica delle gare singole o delle competizioni concentrate e delocalizzate. La stessa DAZN, sbarcata da noi come partner di Sky per il nostro campionato, si sta attrezzando ed ha raggiunto un accordo con Mediaset per l’acquisizione dei diritti TV della Copa del Rey delle prossime 3 stagioni: la piattaforma streaming trasmetterà un minimo di 50 partite per ogni edizione del torneo, mentre l’emittente televisiva del gruppo Fininvest offrirà 15 partite, due per turno fino alle semifinali, oltre alla finale. Il contratto è stato già approvato dalla federcalcio spagnola (RFEF), ha assicurato per la Copa del Rey una cifra intorno agli 80 milioni di euro nel triennio 2019-2022 (circa 26 milioni a stagione) e secondo i vertici di DAZN dovrebbe ampliare il pubblico di appassionati di sport in Spagna.
Il ruolo dei fondi di investimento
"Ed il denaro dei diritti audiovisivi fa gola anche ai fondi di investimento. Oltre che investire direttamente nei club calcistici (come di recente hanno fatto il fondo Silver Lake con il 10% del Manchester City), i fondi si sono anche loro buttati nel business dei diritti audiovisivi. Chiaramente, il radicale cambio di prospettiva di un calcio sempre meno per i tifosi allo stadio (20, 30, 50, 100 mila al massimo per ogni evento) fidelizzati ai colori della squadra locale, o comunque accessibile geograficamente, ad un calcio per i (milioni) di spettatori in streaming in tutto il mondo, sta determinando alcuni adattamenti non a tutti graditi. Una globalizzazione sempre più spinta, con una delocalizzazione dei tornei sempre più forte. E così alcuni fondi sono scesi in campo con obiettivi molto ambiziosi. Gli americani del colosso di private equity Cvc hanno ne hanno sbandierati due: finanziare la prima edizione in Cina nel 2021 della Coppa del mondo per club allargata a 24 squadre e fare da centro di gestione per la creazione di nuovi tornei che sfideranno i campionati più popolari. Prima fra tutti la famosa Superlega europea, a suo tempo proposta per la prima volta dall’ECA di Giovanni Agnelli come evoluzione naturale della Champions, ma in versione campionato. Il tutto per acquisire i diritti audiovisivi delle gare delle due competizioni da rivendere alle emittenti di tutto il mondo.
Il progetto Superlega, tra interessi e opposizioni
"E per questo, secondo il Financial Times, Cvc sarebbe stato contattato dal Real Madrid per finanziare il progetto della Superlega. Il presidente dei Blancos, Florentino Perez, ha in mente il progetto da tempo e lo ha anche illustrato al presidente della Fifa, Gianni Infantino. Come a suo tempo abbiamo spiegato, il piano prevedrebbe due divisioni a 20 squadre, composte quasi esclusivamente da club dei cinque maggiori campionati d'Europa: Inghilterra, Spagna, Francia, Germania e Italia. Promozioni e retrocessioni verrebbero mantenute, ma solo tra le due divisioni. Un torneo che, come tutti ormai hanno capito, potrebbe mettere in secondo piano i campionati nazionali, privati dei loro club più blasonati. Di certo, lo sguardo è rivolto al 2024, quando scadrà l'attuale format della Champions League. Ne seguirà un nuovo calendario internazionale. Che potrebbe quindi tradursi in un peso maggiore dei tornei internazionali, in una riduzione del format di quelli nazionali e nella creazione di leghe regionali per i tornei meno importanti. Con questa rivoluzione, ispirata a un modello simile a quello dell'Nba nel basket. L'ipotesi di un Mondiale extra-large in autunno e di una Champions d'élite nel weekend spaventa chi gestisce i tornei nazionali, destinati all'estinzione, ma anche i puristi del calcio appassionati di storia e bandiere, non di match tra fondi e big corporation. E questo proprio perché lo spettatore non è più il tifoso locale, o, come nelle trasmissioni satellitari, quello nazionale (perché le licenze per il satellitare sono su base nazionale), ma un utente ancor più globalizzato, quello internet.
"E gli attuali organizzatori delle competizioni che ne pensano? Leghe e Federazioni, che vedono i loro campionati nazionali sviliti dall’assenza (o dalla presenza sottotono) dei club più rappresentativi non fanno certo salti di gioia, anche perché il valore dei diritti audiovisivi che gestiscono inevitabilmente scenderebbe! Con forti tensioni anche all’interno di quelle Leghe e Federazioni in cui gli invitati al tavolo delle big litigherebbero con tutte le altre. Vedremo che succederà, ma sicuramente ci sarà battaglia!
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