Il campionato è ormai cominciato da più di un mese ed è tempo dei primi bilanci. Qualcuno, certamente insoddisfatto, sta pensando di cambiare manico. L’esonero dell’allenatore può infatti rappresentare una soluzione per cambiare rotta e riprendere una situazione che non sta rispecchiando le aspettative. Ed è sicuramente è meno complicato ed impegnativo il cambio di allenatore rispetto al cambio dei giocatori che non stanno rendendo quanto sperato. Anche economicamente…. Ma quanto?


diritto effetto
L’esonero del tecnico, una soluzione in campo ma un bel problema per le casse dei club…
L'esonero non risolve il contratto
L’esonero del tecnico in realtà non libera la società professionistica dall’obbligo di pagarne lo stipendio (e di versare i relativi oneri fiscali e previdenziali). L’allenatore viene infatti sollevato dalla responsabilità tecnica per la guida della prima squadra ma rimane un dipendente della società sino alla scadenza del contratto. In altre parole il rapporto di lavoro con lui non si interrompe, a meno che non ci siano le condizioni per la risoluzione del contratto che lo lega alla società per sua colpa (o dolo). Negli altri casi, quelli più frequenti di mancanza di risultati, di conflitti con la proprietà, di pressioni di tifosi, media o altre componenti, o infine di forti incompatibilità con la squadra, non possono essere visti come causa di risoluzione del rapporto. L’allenatore esonerato dovrà quindi rimanere a disposizione della società che, qualora andasse male anche con il nuovo tecnico, potrà riaffidargli la guida tecnica della squadra. E pertanto continuerà a percepire il proprio stipendio, nella misura identica a quanto pattuito all’inizio del rapporto. Questo lo dicono i vari Accordi collettivi. Ad esempio quelli di Serie B e LegaPro sono identici sul punto quando affermano che “è facoltà della società esonerare l'Allenatore dal rendere la prestazione oggetto del contratto. All’Allenatore spettano tutti gli emolumenti contrattualmente pattuiti nonché, limitatamente alla sola stagione sportiva in cui è avvenuto l’esonero e in misura proporzionale rispetto al periodo contrattuale in cui il rapporto ha avuto esecuzione, i Premi pattuiti, salvo diverso accordo tra le parti”.
La duplicazione dei costi
E questo può creare una duplicazione dei costi, perché l’allenatore esonerato deve necessariamente essere sostituito nella direzione della squadra per allenamenti e gare, da un altro che abbia le qualifiche tecniche necessarie. E che quindi deve essere a sua volta messo sotto contratto e pagato. Ed è vero che a volte la società può trovare già al suo interno una soluzione, affidando la guida tecnica ad un allenatore già tesserato, che sia un tecnico precedentemente esonerato ma ancora sotto contratto o un tecnico delle giovanili che abbia le qualifiche tecniche per guidare la prima squadra, ma la maggior parte delle volte la società deve trovare un nuovo allenatore fra quelli liberi sul mercato e quindi ci pensa bene prima di esonerare il proprio tecnico.
Gli esonerati non possono tornare subito ad allenare
D’altra parte è possibile che il tecnico stesso decida di dimettersi esercitando il proprio diritto di recesso ed il contratto verrebbe a risolversi consensualmente mediante l’accordo fra il tecnico e la società. Ma in tali casi il tecnico rinuncerebbe spontaneamente allo stipendio (a fronte o meno di una buonuscita) e non sono in molti a farlo. Soprattutto perché non sarebbe comunque libero di allenare altrove (e quindi percepire un nuovo stipendio) per tutta la stagione in corso. Perché in ogni caso l’allenatore anche quando risolve il contratto non sarebbe libero di accettare offerte per allenare altri club. Per le norme federali l’allenatore esonerato in corso di stagione non potrà infatti allenare in nessun’altra società fino al termine della stagione sportiva in essere. E, in caso di contratto pluriennale, per poter operare in un nuovo contesto, l’allenatore dovrà risolvere il suo contratto con la società d’origine (quella cioè che lo ha esonerato), presentando quindi le dimissioni, prima della fine della stagione. Solo in tal caso potrà ritenersi libero di accasarsi altrove al termine della stessa. Altrimenti, dovrà rimanere a disposizione della società fino allo scadere del contratto, continuando ad essere retribuito e rimanendo fra i suoi tesserati di modo che, nel caso in cui questa decidesse di richiamarlo, ritorni sulla panchina dal quale è stato esonerato.
In tal senso sembrerebbero lapidari sia le NOIF art. 38 che afferma che “nel corso della stessa stagione sportiva i tecnici, salvo il disposto di cui all’art. 30, comma 2 del Regolamento del Settore tecnico, nonché quanto disciplinato negli accordi collettivi fra l’Associazione di categoria e le Leghe Professionistiche o nei protocolli d’intesa conclusi fra tale Associazione e la Lega Nazionale dilettanti e ratificati dalla FIGC, non possono tesserarsi o svolgere alcuna attività per più di una società”, sia l’art. 40.1 del Regolamento del Settore Tecnico per il quale “i tecnici, nel corso della medesima stagione sportiva, non possono tesserarsi né, indipendentemente dal tesseramento, svolgere attività per più di una società, neppure con mansioni diverse, fatta eccezione per eventuali ipotesi previste negli accordi collettivi tra le Leghe Professionistiche e l’associazione di categoria riconosciuta dalla F.I.G.C. o nei protocolli d’intesa conclusi fra tale Associazione e la Lega Nazionale Dilettanti e ratificati dalla F.I.G.C. nonché per quanto previsto dal comma 2 dell’art. 32.
Le eccezioni alla regola
Qualche eccezione però è prevista. La prima riguarda i tecnici che si trasferiscono all’estero affermando che “possono trasferirsi nella stessa stagione sportiva presso Federazioni Estere Tecnici tesserati in Italia a seguito di risoluzione del rapporto a qualsiasi titolo purché sopravvenga accordo consensuale al trasferimento con la società di appartenenza e parere favorevole del Comitato Esecutivo del Settore Tecnico”. La seconda riguarda i tecnici di squadre giovanili o i vice allenatori di club di Serie A o di Serie B ed in generale coloro che hanno un incarico diverso da quello di allenatore responsabile della I squadra presso Società della L.N.P., i quali, previa l’autorizzazione del Settore Tecnico e la risoluzione consensuale del contratto economico in essere, possono “effettuare un secondo tesseramento nella stessa stagione sportiva solo nell’ambito di Società appartenenti alla medesima L.N.P. con l’incarico di responsabile della I squadra”.
Oltre a queste due eccezioni le uniche aperture sono quelle previste negli Accordi collettivi fra l’Associazione di categoria e le singole Leghe Professionistiche (come richiamati nello stesso art. 38 delle NOIF), nei quali pur specificando che anche “l’allenatore, sia titolare di un contratto a scadenza annuale o pluriennale, esonerato prima dell'inizio del Campionato cui partecipa la prima squadra, non potrà svolgere attività a favore di società diversa dalla contraente”, prevedono che in deroga appunto all’art. 38 Regolamento del Settore Tecnico (ora 40.1) e all’art. 38 NOIF, “coloro che esercitano in questi casi il diritto di risoluzione contrattuale previsto dal primo comma del presente articolo” possano “tesserarsi e svolgere attività per altra Società” rispetto a quella con la quale ha iniziato la stagione. Distinguendo quindi gli allenatori esonerati dopo l’inizio della stagione ma prima dell’inizio del campionato (di serie B e di LegaPro), i quali possono esercitare il diritto di recesso ed accasarsi altrove, da quelli esonerati in corso di annata, relativamente ai quali il divieto di assumere incarichi per altri club permane sino alla fine della stagione.
Al di là di tali eccezioni, l’allenatore esonerato non potrà svolgere attività né contrattualizzata né di fatto per altri club, anche qualora decida di risolvere il contratto e quindi di rinunciare al proprio stipendio. E quindi difficilmente lo farà. Cosicché spesso proprio per questioni di sostenibilità economica le società ci pensano attentamente prima di esonerare il proprio tecnico. Ora arriva la lunga sosta per i mondiali. Gli infortunati di lungo corso potranno riprendersi. I giocatori che già oggi hanno la testa in Qatar dove saranno impegnati con le rispettive nazionali potranno riconcentrarsi sul campionato e qualche piccolo correttivo potrà essere messo in preventivo per la finestra di calciomercato di gennaio. E quindi i dirigenti delusi dall’andamento della stagione temporeggiano. Nella speranza che il tecnico riesca a risistemare la squadra senza costringere la dirigenza ad esonerarlo ed a mettere mano al portafogli!
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