Di Francesco Paolo Traisci. Si ritorna a parlare di investimenti di fondi e banche per i diritti audiovisivi della Serie A. Dopo il fallimento del 2021, è forse la volta buona?
Segnali di rinnovato interesse per i fondi di investimento per la nostra Serie A, non tanto e non solo per le nostre squadre, quanto per il prodotto di maggiore redditività: i diritti audiovisivi. Ed accanto a nuove proposte vengono anche rispolverati i vecchi progetti dei fondi di investimento sulla nostra Serie A. Tutto questo perché i diritti audiovisivi sono la fonte principale di ricchezza del nostro calcio, d’élite ma anche, attraverso la solidarietà, delle serie minori (così almeno dovrebbe essere). E quelli della nostraSserie A sono assolutamente sottovalutati, rispetto ad altri, specialmente la Premier, vera macchina da guerra, i cui ricavi da diritti audiovisivi sono più del doppio dei nostri. Ed allora la proposta è quella di investire nel marketing e nella qualità, per migliorare l’immagine ed il prodotto della nostra Serie A. E ci sarebbero varie proposte.
L'interesse di JPMorgan...
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Secondo il sito di RaiNews, la più grande banca d’affari del mondo, JPMorgan, avrebbe di nuovo manifestato il proprio interesse per sviluppare il business dei diritti audiovisivi della nostra Serie A. Citando alcune fonti di Reuters, la banca di affari avrebbe proposto un finanziamento compreso fra i 700 milioni ed il 1miliardo di euro per dare maggiore competitività ed appeal al nostro campionato in ottica diritti audiovisivi. Fondi destinati a potenziare la forza mediatica della nostra Serie A in cambio di un coinvolgimento nella gestione dei diritti audiovisivi. E non è la prima volta che il colosso bancario si rivolge al mondo del calcio come comparto di investimento: JPMorgan, ricordiamo, si era offerto di finanziare il progetto della Superlega, per il momento fallito per la sollevazione dei tifosi inglesi e che è in attesa della pronuncia della Corte di Giustizia Europea.
...e quello dei fondi
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E nel recente passato sarebbero pervenute, secondo la Reuter, altre offerte di fondi che si propongono di finanziare il calcio italiano attraverso la gestione dei diritti tv: solo pochi mesi fa Searchlight Capital, con sede a New York, e un gruppo di fondi guidati da Carlyle Group avevano espresso un interesse preliminare per l'acquisto dei diritti e secondo le fonti di Reuters si sarebbe fatto avanti anche Apollo Global Management. Poi si vedrà quale delle due strade intraprendere: gestione diretta con una media company o utilizzazione dei fondi per migliorare la redditività. E si sceglierà anche come mettere a frutto i finanziamenti che si andrebbero ad ottenere: per costituire una apposita media company con all’interno anche fondi di investimento che possa gestire direttamente i diritti, come già in passato si è provato a fare, oppure per assegnarli in modo più redditizio, in Italia e, soprattutto, all’estero, eventualmente sollecitando il nostro legislatore a modificare le regole giuridiche per renderli più appetibili per i fondi di investimento.
Una scelta strategica difficile che in passato ha diviso i patron dei nostri club e che sicuramente lo farà anche nel prossimo futuro.