Le notti magiche dell’Europeo 2020 ci stanno riabituando a vedere stadi pieni, tripudi di colori, con pubblico festante e rumoroso e … soprattutto presente! E dopo una stagione e mezzo di stadi chiusi o quasi, con partite giocate in un’atmosfera silenziosa ed irreale, sembra una festa. Ma che succederà a settembre, quando ricomincerà il campionato che tutti si augurano più “normale” possibile? Certo fra la desolazione dei nostri stadi vuoti o quasi ed i chiassosi festeggiamenti di quelli dell’Europeo c’è una bella differenza! Ed allora non c’è nessuno che non si chieda: chi ha ragione? Siamo noi ad essere troppo prudenti o sono gli inglesi, con il placet dell’UEFA, ad essere incoscienti?


diritto effetto
Il ritorno del pubblico negli stadi italiani: la situazione, tra il rischio serrata e i rapporti col Governo

TURIN, ITALY - DECEMBER 05: Weston McKennie of Juventus celebrates after scoring his team's first goal during the Serie A match between Juventus and Torino FC at Allianz Stadium on December 05, 2020 in Turin, Italy. Football Stadiums around Italy remain empty due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in fixtures being played behind closed doors. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)
Di Francesco Paolo Traisci. Calcio a rischio serrata: i club chiedono garanzie per l'ingresso del pubblico, ma ci sono poche certezze.
I presidenti vorrebbero il ritorno totale
Certo, per la ripresa, il sottosegretario Costa avrebbe previsto un ritorno degli stadi al 25 per cento (così come per le gare degli Europei disputate all’Olimpico). Ma non basta, anche perché altrove è stata annunciata una riapertura molto più ampia. E così una parte dei nostri presidenti di serie A si augura che il Governo scelga la strada dell’apertura, chiedendo addirittura un “totale ritorno del pubblico” e minacciando, se non arriverà il via libera, una serrata, ossia di far saltare i due primi turni (ossia le due giornate programmate per agosto) del campionato, che sarebbero recuperati più avanti, mentre qualcuno (fra questi i presidenti di Napoli, Samp e Genoa) sarebbe addirittura pronto addirittura di bloccare tutto e partire chissà quando. L’obiettivo è quello della massima capienza, senza limitazioni, magari garantita attraverso l’accesso ai soli possessori del famoso "passaporto vaccinale".
Il rapporto con il Governo
Per questo già tempo fa era stata mandata una lettera da parte della Lega di serie A alla FIGC, per farsi da tramite con il governo. Il presidente Paolo Dal Pino, l'amministratore delegato Luigi De Siervo e Andrea Butti, head of competitions, hanno preparato un protocollo serio e dettagliato che non prevede appunto alcuna limitazione. Ma, a quanto pare, sino a qualche giorno fa non era arrivato nessun riscontro. I Presidenti avevano chiesto un’interlocuzione diretta con il Governo, un incontro urgente col premier Draghi, col ministro Giorgetti, che continua ad occuparsi di sport, la sua passione, e con la sottosegretaria con delega allo sport, Valentina Vezzali. Certo sono cambiate le figure di riferimento, non più Conte e Spadafora con i quali i rapporti erano spesso conflittuali, ma i presidenti si erano sentiti ancora trascurati. Il dito appare puntato sul Ministro Speranza: “il problema era e resta il ministro Speranza, abbiamo una classe politica tremolante”, sostengono i presidenti dei club maggiori. E, in tema di Salute, è lui ed i suoi esperti ad avere sempre l’ultima parola!
Sintonia con la FIGC
Rispetto al recente passato, però, la Lega non è più sola, perché stavolta c’è piena sintonia con la FIGC, anche se Gravina, saggiamente, ha sempre seguito la linea del buon senso e della mediazione. Ed allora era stata inviata una lettera dal Presidente al sottosegretario con delega allo Sport, Vezzali, per l’apertura totale degli stadi. Bisognerà mettere mano all’attuale protocollo. E Gravina si dice pronto a suggerire le adeguate soluzioni tecniche necessarie, anche in seguito agli studi svolti dagli esperti della federazione. L’andamento della curva dei contagi sembrerebbe consentirlo, tanto che in programma ci sono numerose riaperture, come quella delle discoteche all’aperto. Cosa cambierebbe per gli stadi? Ed ecco la pronta risposta della sottosegretaria, che ha manifestato la propria disponibilità ad un incontro.
Poche certezze
Certo il timore è quello che, come l’anno scorso, dopo il sensibile calo in estate, ci sia una recrudescenza del virus in autunno. Ed il desiderio quindi di non ripetere gli errori del passato. Ma forse la situazione dello scorso anno potrebbe non ripetersi, grazie all’avanzamento della campagna vaccinale. Il problema vero è che ci sono poche certezze. Anche gli esperti paiono navigare a vista. Ed allora qualcuno ha suggerito di posticipare l’inizio della stagione, per vedere come sarà la situazione a settembre. Lo ha suggerito Aurelio De Laurentiis, ma Giovanni Malagò ieri ha spiegato che il prossimo anno ci saranno i Mondiali in Qatar in pieno inverno (novembre-dicembre) e che quindi sarà una stagione già complicata. Niente da fare quindi. L’indicazione rimane quindi che si partirà il 22 agosto, con la speranza è che a settembre, dopo i primi due turni, gli stadi siano pieni. Magari sfruttando anche il green pass per far entrare solo coloro che ne siano dotati, auspicando che, prima o poi, vengano messi nero su bianco quali siano benefici per chi lo possiede. Ma, attualmente tutto dipende però dai contagi e dai vaccini ed una previsione, rosea o funesta che sia, appare, ad oggi, difficile. L’unica speranza è nei vaccini e nel rapido raggiungimento dell’immunità di gregge!
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