È uno scontro senza risparmio di colpi quello fra la FIGC e la Lega A per l’introduzione del nuovo parametro dell’indice di liquidità. Un rapporto non (più) solo ai fini della regolarità contabile ed eventualmente sanzionato con una penalizzazione o con il divieto di mercato in entrata, ma un vero e proprio criterio per consentire l’iscrizione al campionato. Nel corso dell’ultimo Consiglio Federale il tema è stato proprio quello dell'iscrizione al prossimo campionato e dell'introduzione a tal fine dell’indice di liquidità, il famigerato rapporto fra quanto è da incassare ed i debiti per i successivi 12 mesi, che è stato fissato a quota 0,50. Cosa che ai 20 club di Serie A non sta affatto bene.


diritto effetto
FIGC e Lega di Serie A, è muro contro muro per l’indice di liquidità
Di Francesco Paolo Traisci. Scacco della FIGC alla Lega di Serie A su indice di liquidità e iscrizioni. Si va verso uno scontro epocale con poche vie d'uscita?
Assemblea d'urgenza
Ed è ormai un muro contro muro. Dopo l’approvazione a larga maggioranza del nuovo parametro e la sua fissazione ad una quota troppo alta secondo i presidenti di Serie A, che erano disposti ad accettare se fissato al di sotto dello 0,4, questi sono saliti sulle barricate. E, il Consiglio di Lega di martedì scorso, originariamente previsto per l’ordinaria amministrazione, si è trasformato in un’assemblea d’urgenza on line con un unico argomento, quello delle licenze nazionali 2022/23 e dei rapporti con la FIGC. Ossia come regolarsi con la Federazione in relazione all’introduzione dell’indice di liquidità, appunto.
Molti presidenti sono furibondi perché ritengono sbagliato l'indice di liquidità voluto da Gravina (0,5) e avrebbero preferito un indice più leggero (0,4 o progressivo) che avrebbe creato meno problemi per potersi iscrivere senza vendere qualche giocatore o fare un aumento di capitale. Ma non è solo quello: i presidenti sono infuriati perché sostengono che queste regole sono state decise solo adesso, a pochi giorni dalle iscrizioni per il prossimo campionato, ma dalla FIGC ricordano che è stata la Lega a prendere tempo nei mesi scorsi e queste regole si stabiliscono tutti gli anni in primavera.
Non tutti sono in regola...
Molti rischiano di doversi attrezzare in fretta per abbassare il proprio indice facendo cassa con cessioni frettolose (ed a mercato chiuso), anticipando la vendita di qualche pezzo pregiato. Ad oggi infatti non tutti sarebbero in regola… E soprattutto dovrebbero riparare ad una situazione fotografata il 31 marzo scorso, quando magari questa è nel frattempo migliorata. “Siamo perplessi per i tempi e i modi con cui l'indice è stato reintrodotto come requisito di ammissione - il commento di Casini - Siamo a fine aprile, l’iscrizione è a fine maggio, ma l’indice fotografa la situazione al 31 marzo: ha così efficacia retroattiva e, soprattutto, obbliga eventuali squadre a immettere liquidità senza poter ricorrere al mercato e in un contesto ancora sotto gli effetti della pandemia”, ha dichiarato il Presidente della Lega A.
La FIGC non vuole fare passi indietro
È servita a poco infatti la sua interlocuzione con il Presidente Federale. Gravina non ha alcuna intenzione di fare passi indietro, il consiglio federale ha deliberato: fra poco più di un mese bisognerà iscriversi al campionato con il rispetto dell’indice di liquidità fissato dal Consiglio Federale. A nulla è valso anche il tentativo, “timido” secondo il Corriere dello Sport, dei Consiglieri in quota alla Lega di far cambiare idea agli altri con una nuova votazione del Consiglio Federale. Conferma in toto dei precedenti indirizzi. L’indice va introdotto e non può essere inferiore allo 0,5, tuona Gravina, visto che già si tratta di un compromesso rispetto allo 0,7 inizialmente previsto, volendo così porre fine alla discussione. E poi c’è la questione delle plusvalenze, che la Giustizia Federale ha sdoganato, costringendo la FIGC a trovare nuovi parametri per valutare i club al momento dell’iscrizione al campionato.
Possibile ricorso
Entrambe le parti ritengono di essere dalla parte della ragione e stanno affilando le armi per prepararsi allo scontro frontale. È controversa la possibilità di un ricorso al Collegio di Garanzia e successivamente un’eventuale al TAR Lazio. Tutto dipende da come viene considerata la delibera del Consiglio Federale da impugnare: regola nuova o provvedimento per le iscrizioni al prossimo campionato. Altri hanno ipotizzato ritorsioni come il mancato deposito dei bilanci per non far emergere i debiti, mettendo così a rischio la propria iscrizione al campionato. Oppure come ipotizza Repubblica, potrebbero decidere di non versare la mutualità alle Leghe minori. Ma il versamento è previsto da una legge dello Stato ed i presidenti andrebbero così incontro ad illeciti gravi. E nessuno vuole cedere su modi e tempi. Un muro contro muro, insomma, che rischia di avere conseguenze epocali per il tutto il nostro movimento calcistico.
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