Rottamato il vecchio Fair Play Finanziario, da quest’anno è entrato in vigore, retroattivamente, quello nuovo, il “Regolamento UEFA Licenze per Club e Sostenibilità Finanziaria”, che si sviluppa su 3 pilastri. La stabilità dei club, solvibilità ed costi da tenere sotto controllo.


diritto effetto
Ecco il nuovo Fair Play Finanziario e anche le prime multe!

MADRID, SPAIN - JUNE 01: Aleksander Ceferin UEFA president picks up the Champions league trophy in preparation to presenting it to Liverpool during the UEFA Champions League Final between Tottenham Hotspur and Liverpool at Estadio Wanda Metropolitano on June 01, 2019 in Madrid, Spain. (Photo by Matthias Hangst/Getty Images)
Le nuove regole
Tre sono quindi le regole:
1) nessun debito scaduto: tutti i debiti verso squadre di calcio, dipendenti, autorità sociali/fiscali e UEFA in scadenza entro il 30 giugno, 30 settembre e 31 dicembre dovranno essere saldati da un club rispettivamente entro il 15 luglio, 15 ottobre e 15 gennaio. E il mancato pagamento oltre i 90 giorni dalla scadenza sarà considerato un’aggravante.
2) la regola legata ai ‘football earnings’, che va a sostituire quella legata al break-even, ossia la parità di bilancio. Ora è ritenuta accettabile una perdita di oltre 60 milioni di euro in tre anni (anziché i 30 del passato), fino ad un massimo di 10 milioni per ciascun periodo di riferimento, con tutte le perdite che dovranno essere coperte da equity. Inoltre, il calcolo non avverrà più sul bilancio della stagione, ma sull’anno solare.
3) la regola del costo della squadra: chi più guadagna più può spendere. La regola di controllo dei costi limita la spesa per gli stipendi di giocatori e allenatori, i trasferimenti e le commissioni degli agenti al 70% delle entrate del club. Questo tetto entrerà in vigore gradualmente: 90% nel 2023/2024, 80% nel 2024/2025 fino a stabilizzarsi al 70% a partire dal 2025/2026.
Le sanzioni e chi le ha subite
Correlato a ciò un rigoroso sistema di sanzioni, secondo un catalogo preciso commisurato al numero di violazioni ed alla loro entità: si va dal divieto di utilizzare un singolo giocatore nelle coppe alla limitazioni nelle liste, fino alle penalizzazioni in punti e all’esclusione e soprattutto alle sanzioni pecuniarie. E ciò in base all’analisi delle annate 2018, 2019, 2020, 2021, oltre che a quella in corso. Ma gli esercizi 2020 e 2021 sono stati oggetto delle misure di emergenza Covid e grazie a ciò sono stati valutati come un unico periodo e ai club sono stati concessi adeguamenti specifici per il covid-19 e per calcolare la media del disavanzo combinato di entrambe le annate, fornendo così delle notevoli agevolazioni ai club.
Per ora solo sanzioni pecuniarie: fra le prime a subirle le nostre Milan, Inter, Juve e Roma (oltre alle francesi Monaco, Olympique de Marseille e Paris Saint-Germain ed Beşiktaş) per non aver rispettato il requisito del break-even. E le multe concordate ed accettate dai club sono salate: 172 milioni complessivi di cui il 15% da pagare subito ed il restante 85% condizionato al mancato raggiungimento degli obiettivi previsti dall’UEFA per ritornare in carreggiata, con i relativi importi trattenuti da eventuali entrate che questi club guadagnano dalla partecipazione alle competizioni UEFA per club o pagati direttamente. Così il Milan è stato sanzionato con una multa di 2 subito e di 15 complessivi in caso di mancato adeguamento. La Juve di 3.5 ora per arrivare a 23; l’Inter di 4 ora per arrivare a 26 e la Roma di 5 ora per arrivare a 35. Peggio è andata solo al PSG, con 10 subito ed un totale di 65 in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi imposti nell’accordo transattivo con l’UEFA.
Chi invece si è salvato
Al contrario, nessuna sanzione è stata comminata ad altre 19 squadre che hanno preso parte alle sue competizioni della passata stagione e che erano finite nel mirino dell’Organismo di controllo, ossia le nostre Lazio e Napoli, le tedesche Borussia Dortmund, Wolfsburg e Union Berlino, le inglesi Chelsea, Leicester, West Ham e Manchester City, le spagnole Barcellona, Siviglia e Real Betis, le turche Fenerbahçe e Trabzonspor, oltre che il Feyenoord, l’Olympique Lione, i Rangers, l’Anversa ed il Basilea. E ciò perché sono riuscite a mettersi in regola soddisfacendo il requisito di pareggio proprio grazie all’applicazione delle misure di emergenza COVID-19 e/o perché hanno beneficiato di risultati di pareggio positivi storici.
Ma si tratta di benefici limitati nel tempo: in un comunicato l’UEFA ha ribadito che sono di misure eccezionali legate alla situazione pandemica e che la considerazione dei risultati finanziari storici non sarà più possibile. Attenzione quindi anche nei confronti di questi club: ci saranno nuovi controlli. Per il passato però è tutto ok!
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