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Arriva il nuovo protocollo Covid per la Serie A, “disinnescate le ASL” con regole condivise per tutti

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Di Francesco Paolo Traisci. Il nuovo protocollo, frutto dell’intesa fra il Governo, le Regioni, i vertici dello Sport e del Calcio e la Federazione dei medici sportivi è passato al vaglio del CTS. Ecco le novità più importanti.

Redazione Il Posticipo

Finalmente il nuovo protocollo Covid per la Serie A ed in generale per lo sport! Un protocollo che dovrebbe consentire alla Serie A di non fermarsi evitando disuguaglianze e polemiche in caso di positività nel gruppo squadra. Evitando, quindi quello che abbiamo visto negli ultimi giorni, con alcune squadre bloccate dalle ASL prima di scendere in campo o di partire per le trasferte e tanto lavoro per i TAR sollecitati dalla Lega.  Il nuovo protocollo, frutto dell’intesa fra il Governo, le Regioni, i vertici dello Sport e del Calcio e la Federazione dei medici sportivi è stato salutato con grande enfasi ed è passato al vaglio del CTS. E dopo il parere positivo ricevuto, entrerà in vigore attraverso una circolare del Ministero della Salute. Queste le novità più importanti.

Il 35% della rosa

Per prima cosa sarà portata al 35% la soglia di atleti positivi oltre la quale la squadra può fermarsi e chiedere il rinvio della gara senza timori di sconfitta a tavolino. Qui sarebbe tuttavia necessaria una precisazione: cosa si considera “rosa”. Quella della famosa lista limitata a 25 valevole per il campionato o quella allargata a tutti i giocatori tesserati per la squadra, che può arrivare di solito a 33/34, compresi quelli che si allenano a parte? I commenti sono divisi c’è chi parla di 25 e quindi di una soglia di 7 indisponibili prima di poter legittimare la rinuncia a disputare la gara e chi, riferendosi al “gruppo squadra” ritiene coinvolta tutta la rosa calcistica e quindi afferma che fino a 11 casi di positività si potrebbe giocare, con 12 non più. Questa di certo appare, in assenza di specifiche, l’interpretazione più corretta. L’unica specifica nota dai commenti è l’esclusione della Primavera dal conteggio: non sarà necessario integrare il numero legale con loro. Si tratta sicuramente di un abbassamento che consentirebbe di chiedere il rinvio delle gare con un numero minore di indisponibili per causa COVID, visto che nel protocollo, a suo tempo disposto dalla Lega di Serie A e tuttora valido nell’attesa di quello nuovo, era fissato un limite di 13 calciatori non positivi, all’interno dei quali venivano fatti rientrare tutti gli atleti che avessero compiuto la maggiore età (e quindi anche quelli facenti parte del settore giovanile), per impedire la richiesta di rinvio della gara. Le squadre quindi dovranno avere un maggior numero di effettivi da far scendere in campo e potranno legittimamente chiedere di rinviare le gare senza costringere i vari allenatori a convocare giovani acerbi per integrare il numero legale da mandare in campo!  

Contatti dei positivi e FFP2

L'altro punto di rilievo è quello che riguarda i comportamenti dei positivi e dei loro contatti. Chi risulta positivo dovrà rimanere in isolamento, mentre i cosiddetti "contatti ad alto rischio", indipendentemente dal loro stato vaccinale, faranno un tampone antigenico al giorno per almeno 5 giorni. E in più arriva l'obbligo di tenere la mascherina FFP2, anche durante la gara, per tutti i componenti della panchina, a meno che non stiano scaldandosi a bordo campo. Ed il mister? Se deve urlare indicazioni ai suoi giocatori in campo potrà togliersela? Probabilmente sì, visto che sta svolgendo anche lui attività sportiva, così come i suoi collaboratori chiamati a dare direttive ad atleti lontani dalla panchina.   

E le ASL?

Un protocollo redatto in questi termini dovrebbe così determinare una forte limitazione del potere decisionale delle ASL territoriali che dovranno quindi allinearsi alla prassi comune relativamente all’isolamento dei non positivi ai vari tamponi. Lo ha detto chiaramente il Ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini, nel suo intervento durante la Conferenza Stato-Regioni, in cui ha affermato che il nuovo protocollo sarebbe stato messo a punto proprio per evitare diversità di valutazione tra le diverse ASL e avere quindi un unico strumento valido per tutti gli sport di squadra. La presenza di regole comuni, sicure e condivise da parte di tutte le amministrazioni, centrali e territoriali, dovrebbe quindi garantire per tutti (e non solo per il calcio di serie A) ma anche per le serie minori e per tutti gli altri sport quella parità di trattamento che fino ad ora sembra mancare e che tante polemiche ha creato. E questo al fine di garantire il corretto e regolare svolgimento di tutti i campionati, ad ogni livello e per ogni disciplina sportiva! Ed il Governo continua a ribadire il suo impegno per non dover bloccare le attività sportive e che la strada da percorrere in tal senso passi per un compromesso che possa conciliare le esigenze del movimento sportivo e le ragioni sanitarie di contenimento della pandemia, cercando anche di tacitare quelle voci che chiedono lo stop di tutto lo sport.