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Altro che spirito Olimpico: con Tokyo alle porte, rapporti fra Coni e Sport e Salute tesi più che mai

ROME, ITALY - APRIL 23:  CONI President Giovanni Malago' attends the FIGC meeting at Italian olympic committee on April 23, 2018 in Rome, Italy.  (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

Di Francesco Paolo Traisci. Chi pensava che con l’entrata in vigore delle famose riforme sullo sport la situazione fra CONI e Sport e Salute si sarebbe stabilizzata è servito! I rapporti ad oggi sono molto tesi.

Redazione Il Posticipo

Chi pensava che con l’entrata in vigore delle famose riforme sullo sport, di cui ormai tutti conosciamo, tutto la situazione fra CONI e Sport e Salute si sarebbe stabilizzata è servito! A oggi, anche dopo l’emanazione dei decreti attuativi dei vari decreti presi a valle della Riforma quadro del CONI voluta ormai dall’allora ministro Giorgetti (ancora al governo ma con funzioni diverse) nel lontano 2019, i rapporti fra il CONI e l’ente governativo allora creato con la trasformazione di CONI Servizi S.p.A. (società controllata dal CONI stesso) in Sport e Salute, società controllata direttamente dal Governo, sono sempre più tesi. E questo anche perché, con il passare del tempo, i nodi che sulla carta sarebbero stati risolti dai vari decreti attuativi sono rimasti.

I nodi non sciolti

In teoria, avrebbe dovuto essere risolto il nodo sulla dotazione personale del CONI, con la facoltà di quest’ultimo di dotarsi di personale proprio mediante concorsi interni o esterni, anziché avvalersi di quello di Sport e Salute (rifacendo al contrario la strada a suo tempo fatta al momento della creazione di CONI Servizi S.p.A), ma ci sono ancora alcuni punti poco chiari.  Allo stesso modo, nella distribuzione del patrimonio fra i due enti, alcuni assets sono contesi, anche alla luce della poca chiarezza dell’apposito decreto attuativo, che contiene una equivoca distinzione, relativamente ad alcuni di essi, fra gestione delle strutture e proprietà degli immobili in cui sono collocate. Emblematica in tal senso è la disputa sul Centro di medicina sportiva, rivendicato da entrambe. E si litiga ancora per il marketing, con l’ufficio unico di entrambi gli enti costretto a sdoppiarsi e con una controversia sul logo e su altri segni distintivi che apparterrebbero al CONI ma che Sport e Salute ha continuato ad utilizzare fino a poco tempo fa, tanto che, dopo un intervento dello stesso presidente del CIO, Bach, è stato cambiato. 

Malagò se la prende con la burocrazia

Il problema generale è quello della burocrazia, contro la quale si è scagliato il Presidente del CONI, Giovanni Malagò nel corso del Consiglio che si è tenuto qualche giorno fa. “Lo sport deve fare i conti con il Coni, il Cip, il Dipartimento Sport e Sport e Salute. Troppi. Burocrazia, soldi pubblici gettati via, mancanza di chiarezza sulle competenze”.  “Chi soffre più di tutti questa realtà è il territorio, che sta vivendo in una situazione vergognosa. Non c'è collaborazione da parte della società (evidentemente Sport e Salute) che invece dovrebbe essere la prima a supportarci, c'è un tema molto serio sulla parte legale e amministrativa, oltre all'ufficio marketing”, ha proseguito il capo dello sport italiano, arrivando alla conclusione che “questo sistema non funziona, c'è una sovrapposizione di ruoli, deleghe, costi, e non libera risorse per l'attività sportiva”.

La fragile tregua olimpica

E molti esponenti del CONI, Presidenti delle Federazioni, minacciano che, una volta passata “la tregua olimpica” per le Olimpiadi di Tokyo che inizieranno a breve, la loro protesta si farà sentire, nel nome dell’indipendenza dello sport dalla politica. Il problema vero è quindi sempre lo stesso: la assoluta poca chiarezza e la volatilità del confine fra le competenze del CONI e quelle di Sport e Salute, un confine posto sulla carta in modo assolutamente astratto ma in concreto di difficile collocazione e soprattutto poco coerente e che già a suo tempo aveva fatto storcere la bocca a molti per la sua artificialità. Un limite fortemente voluto dalla politica, che dovrebbe collocarsi fra sport di base e scolastico, che alcune forze politiche si sono volute attribuire, e sport agonistico, che rientrerebbe nelle competenze del CONI, ma che ha poco senso nella realtà quotidiana, dove lo sport agonistico deve comunque svolgere la propria funzione sociale ed educativa nei confronti dei giovani!

Che senso ha separare i due settori, togliendo allo sport agonistico questa funzione?