Di Francesco Paolo Traisci. La vicenda D’Onofrio e le tensioni fra gli arbitri e la FIGC si fanno sempre più tesi. E qualche giorno fa è arrivato il deferimento al Tribunale Federale del capo degli arbitri, Alfredo Trentalange.
La vicenda D’Onofrio e le tensioni fra gli arbitri e la FIGC si fanno sempre più tesi. E qualche giorno fa è arrivato il deferimento al Tribunale Federale del capo degli arbitri, Alfredo Trentalange, che aveva chiesto, invano, il patteggiamento. A chiusura delle indagini, infatti, il procuratore Chinè ha deciso di portare l’ormai ex capo degli arbitri in giudizio.
La vicenda D'Onofrio
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La vicenda è ormai tristemente nota: l’allora capo della procura arbitrale, Rosario D’Onofrio veniva arrestato per una vicenda di traffico di stupefacenti. Dalle indagini emergeva che lo stesso già in passato era stato condannato per fatti analoghi e malgrado la condanna era riuscito ad ottenere il suo incarico, autocertificando di non avere subito alcuna condanna al livello penale. Da qui le accuse ai vertici dell’AIA per il mancato controllo sulla veridicità dei fatti autocertificati. Ma il vespaio di polemiche mostrava uno stretto rapporto fra D’Onofrio ed i vertici della categoria arbitrale ed in particolare con lo stesso Trentalange, che a lungo si era dichiarato estraneo alla vicenda. È così scesa in campo la Federazione che ha deciso di avocarsi il ruolo della procura arbitrale, riportando quindi all’interno della procura federale anche le indagini sulle vicende arbitrali interne. Ma non è finita qui, perché alla fine chi chiedeva la testa del Presidente è stato accontentato… dimissioni, con la speranza di evitare il commissariamento dell’AIA.
Il presidente ad interim, le elezioni e il ruolo di Trentalange
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Al posto di Trentalange è subentrato, con un ruolo ad interim, Duccio Baglioni, che avrà 90 giorni per poter indire nuove elezioni. Fazioni contrapposte, polemiche accese e panni sporchi lavati in pubblico… E qualcuno ha pure ipotizzato che l’Associazione degli Arbitri potrebbe colorarsi ancora di più di rosa. Ma se sul fronte AIA si aspettano le imminenti elezioni, la vicenda di Trentalange non è certo terminata. Dalle indagini della procura sono emerse forti responsabilità dell’ex fischietto, con l’accusa di aver commesso una serie di violazioni al Codice di giustizia sportiva ed al Regolamento dell’AIA, con l’accusa di aver avuto un “rapporto consolidato” con l’ex procuratore ora in carcere e quindi di essere a conoscenza di tutte le sue azioni. E, secondo alcuni, aleggerebbe un nuovo spettro di Calciopoli, anche se molti arbitri ritengono di essere loro le vittime degli abusi dei quali sono accusati D’Onofrio ed il suo presidente. Sicuramente bisognerà fare chiarezza come dichiara il Ministro Abodi, ma coinvolgere anche gli arbitri che scendono in campo appare un errore.
È certo però che è arrivata l’ora per quella seria indagine sulla classe dirigenziale degli arbitri e sui rapporti politici fra loro, indagine ormai da tempo ritenuta necessaria!