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Zozulya, parola al… contrattacco: “Non sono un nazista, grazie all’Albacete per il sostegno”

L'attaccante dell'Albacete in conferenza stampa si difende dalle accuse di nazismo che hanno portato alla sospensione della sfida con il Rayo Vallecano.

Redazione Il Posticipo

Zozulya, professione attaccane, contrattacca. Il centravanti dell'Albacete, come riportato da Marca, ha detto la sua in conferenza stampa dopo le accuse di nazismo che sono piovute su di lui e hanno portato alla sospensione della sfida fra Rayo Vallecano e Albacete. I fatti sono noti. La squadra si è rifiutata di scendere in campo dopo che la tifoserie dal Rayo ha insistito nell'indicarlo come simpatizzante di estrema destra.

PATRIOTA -  Il ragazzo ha voluto parlare in ucraino sebbene padroneggi lo spagnolo. Evidentemente non voleva lasciare spazio a nuove polemiche. "Tutto ciò che viene detto su di me non è vero. Sono solo un calciatore e un patriota del mio paese. Ho ricevuto il sostegno del presidente della mia nazione e non credo che un presidente sosterrebbe un nazista.  Voglio ringraziare anche la Spagna. Questa è la mia seconda casa, sono qui da tre anni e la adoro. Non ho mai visto in vita mia una squadra così accogliente verso di me. Porterò l'Albacete sempre con te e in tutta la mia vita non potrò mai ringraziarlo abbastanza".

FAMIGLIA -  Quanto accaduto con il Rayo ha lasciato comunque un segno profondo. Anche in famiglia. E Zozulya non esclude anche di impugnare le carte bollate. "Incontrerò il management del team e sono sicuro che faremo qualcosa. Sono stanco di sentire questo tipo di insulti. La mia famiglia mi supporta e loro sanno che non è vero. Mia figlia mi chiede cosa sia successo e non so cosa risponderle. Tutto nasce da una mia frase di sostegno all'esercito ucraino. I tifosi del Rayo la pensano diversamente e mi hanno accusato. Anche quando sono stato lì dove all'inizio non volevo andare. I miei colleghi e la mia famiglia mi hanno suggerito di farlo e ci sono stato. La mia era una scelta da calciatore professionista".