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Zaza e i suoi fratelli: simulazioni da Oscar

Rendiamo "omaggio" a questi (molto antisportivi) artisti della sceneggiata e ricordiamo alcune delle simulazioni più o meno riuscite che hanno fatto la storia del calcio.

Redazione Il Posticipo

I premi Oscar sono stati assegnati ormai da più di una settimana, ma evidentemente più di qualcuno nel mondo del calcio non è assolutamente rimasto soddisfatto del risultato. Questo è ciò che traspare in una settimana in cui sui campi di mezza Europa, oltre a invasioni più o meno pacifiche, si sono viste molte più simulazioni del solito. Alcune sono andate a buon fine, altre un po' meno. Ma bisogna comunque rendere atto a questi (molto antisportivi) artisti della sceneggiata. E quindi assieme ai protagonisti della settimana, cogliamo l'occasione per ricordare alcune delle simulazioni più o meno riuscite che hanno fatto la storia del calcio.

Simone Zaza e la simulazione creativa

Cominciamo da un...eroe di casa nostra, la cui simulazione ha fatto il giro del mondo e causato anche parecchie risate. Ok, il fatto di fingere che un leggero contatto con un gomito sia molto più devastante di quanto sembri è comportamento assai diffuso, per quanto non molto sportivo. Ma in questo caso l'attaccante del Valencia ha fatto molto di più, andandosi direttamente a cercare il braccio dell'avversario, puntandolo a testa bassa e poi cadendo come se fosse stato colpito da un uppercut di Tyson (no, non quello dello Shakhtar). Voto 10 per l'inventiva, 0 per l'attuazione.

Mario Felgueiras e il fantasma

Il virus del tuffo ha colpito anche in Portogallo, seppur con modalità parecchio diverse. In questo caso a crollare a terra senza un motivo valido è stato Mario Felgueiras, portiere del Pacos de Ferreira, che pare essere stato attaccato...da un fantasma. Certo, a velocità normale si poteva anche pensare che potesse minimamente essere stato l'attaccante del Porto, ma al rallentatore il decollo senza motivo è abbastanza evidente. E nonostante questo il portiere ha potuto, come voleva, perdere tempo e permettere ai suoi di portare a casa un ottimo 1-0 contro i più blasonati avversari.

Luis Fabiano e l'arbitro

Ma in fondo sarà il mese di marzo a creare problematiche di questo tipo, visto che giusto un annetto fa Luis Fabiano veniva espulso per una bella simulazione...dell'arbitro. L'attaccante brasiliano viene ammonito per una trattenuta, si avvicina per protestare al direttore di gara, che finge di cadere per una possibile testata dell'ex Siviglia e tira fuori il cartellino rosso. A norma di regolamento tutto giusto, perchè Luis Fabiano è troppo veemente, ma a questo punto l'arbitro doveva anche autoammonirsi.

Rivaldo ai Mondiali

Non era maggio ma giugno quando nel 2002 Brasile e Turchia si affrontano nella semifinale della Coppa del Mondo per stabilire chi dovrà giocarsi il trofeo a Tokyo. E in una partita già abbastanza nervosa, succede l'imponderabile. Nel finale del match, che i verdeoro stanno portando a casa per 1-0 con gol di Ronaldo, il turco Hakan Unsal calcia nervosamente il pallone verso Rivaldo, reo di perdere tempo per battere un corner. Lo colpisce sulla coscia, ma il Pallone d'Oro 1999 si tocca il volto. Nonostante l'assistente fosse lì accanto, l'arbitro ci casca ed espelle il turco. Simulazione...mondiale.

Ma l'Oscar per le simulazioni va a...Steven Taylor

Se esistesse una statuetta per la miglior simulazione andrebbe però di certo a Steven Taylor. Il calciatore del Newcastle, durante un match con l'Aston Villa, si sostituisce al portiere bloccando con il braccio un tiro diretto in porta. Sarà per spirito di conservazione, ma la scena è veramente da Oscar: l'inglese sembra essere stato colpito da un cecchino, ma non impressiona comunque l'arbitro, che giustamente lo espelle. E lui termina immediatamente di rotolarsi a terra, come ad accettare che la recitazione non sia andata a buon fine!