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Merci Arsène: il tributo a Wenger dei giocatori dell’Arsenal è sulle maglie

I giocatori dell’Arsenal offrono un commovente omaggio ad Arsène Wenger che dopo ventidue anni lascia la guida tecnica della squadra. Una vita, o forse anche più, insieme.

Riccardo Stefani

Dei manichini con delle magliette in un negozio. Che cosa commovente. No, non è un’espressione sarcastica, provate a dare un’occhiata alle maglie esposte su iniziativa dell’Arsenal nel negozio del club per l'ultima partita casalinga della stagione. Saranno pure dei semplici manichini, quelli esposti, ma le magliette… quelle sì che sono al di fuori dell’ordinario. I colori sono i soliti, ci sono i nomi dei giocatori sulla parte alta del lato posteriore ma, allora cosa c’è di diverso? Cominciamo dal basso: non è un back sponsor quella scritta ma è un bel “Merci Arsène” ‘grazie Arsène’ stampato con gli stessi caratteri dei cognomi dei giocatori. E in mezzo? Via, il classico numero, quello è troppo freddo, troppo gerarchico e formale; al suo posto c’è una dedica, fuoriuscita dal cuore e passata attraverso mano e penna di ogni giocatore dei Gunners, per il tecnico prossimo all'addio.

UNA VITA, O FORSE ANCHE PIÙ – Anno Domini 1996, dopo una vittoriosa stagione passata sulla panchina giapponese del Nagoya Grampus, Arsène prende il posto di Bruce Rioch sulla panchina del suo quasi omonimo Arsenal; sarà quello il segreto del rapporto longevo? Chissà, in ogni caso sono passati ventidue anni dal suo approdo sulla sponda biancorossa del Tamigi: una vita, o forse anche più. In che senso? Beh, bisogna specificare di chi sia la vita in questione: prendendo ad esempio la vita calcistica della maggior parte dei suoi uomini ci accorgiamo che nell’ormai lontano ’96 non era neanche lontanamente cominciata e chi era già nato era in fasce o poco più. Tranne Cech, ovviamente.

E ORA È DAVVERO #OUT - “Hai creato una grossa parte della storia e dell’eredità dell’Arsenal, Merci Arsène”: questa è la dedica che compare sulla maglia dell’appena menzionato inossidabile portiere ceco, mentre Welbeck, che aveva appena sei anni quando Wenger passava alla guida dei Gunners, lo descrive come un vero gentleman ed innovatore. Le immagini di tale atto di gratitudine stanno spopolando sul web ed è questo che rimarrà inciso sulla pietra miliare che lascia il tecnico francese a Londra, mentre quel fastidioso hashtag #WengerOut, sebbene sia stato in qualche modo assecondato, è stato soffiato via dal vento sulla duna di sabbia sulla quale era stato scritto.

E quindi, in quella che è la sua ultima partita casalinga, l’allenatore dei record, degli ‘invincibili’, il più longevo e vincente della storia dei Gunners, si alza dalla sua panchina esprimendo al club la gratitudine per quello che percepisce come un privilegio: allenare l’Arsenal per tutti questi anni. E la guardia d'onore a inizio partita non è mai stata più meritata.