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Viafara, dalla Libertadores al carcere per traffico di droga: “Dividevo lo spogliatoio con Messi, poi…”

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Non sono poi così rare le notizie di calciatori ed ex che per arrotondare si danno a qualche altra attività. E non sempre troppo lecite...

Redazione Il Posticipo

Giocare a calcio ad alti livelli, rappresentando anche parecchie volte la propria nazionale, non è esattamente certezza di una vita abbastanza agiata, ma può certamente aiutare. Eppure non sono poi così rare le notizie di calciatori ed ex che per arrotondare si danno a qualche altra attività. E non sempre troppo lecite. Una delle più strane arriva dalla Colombia e ha come protagonista Jhon Viáfara, classe 1978, che si è ritirato nel 2015 dopo una carriera importante. Nel 2004 è stato protagonista della Libertadores vinta dall'Once Caldas e poi ha giocato in Premier League con le maglie di Southampton e Portsmouth e in Liga con la Real Sociedad, oltre che a scendere in campo per 35 volte con la maglia dei Cafeteros.

TRAFFICO DI DROGA

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E, come riporta il Sun, è stato condannato a 11 anni di carcere per traffico internazionale di stupefacenti. A giudicarlo colpevole è stato un tribunale in Texas, dopo che Viafara era stato estradato negli Stati Uniti su richiesta del governo statunitense. A suo carico pendeva l'accusa di aver importato cocaina nel paese, attraverso barche e aeroplani da turismo. Un business basato a Medellin e con ramificazioni in Messico, assieme al temibile Clan del Golfo e negli USA, dove sarebbero arrivate tonnellate di cocaina per un totale di oltre 20 milioni di euro. Certo, difficile negare quando nell'organizzazione Viafara era conosciuto come "El Futbolista". Ma anche questa notorietà non gli è servita ad evitare sia una punizione esemplare che, soprattutto l'estradizione.

PUNIZIONE

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Quando a inizio 2020 le autorità colombiane lo hanno accompagnato all'aereo che lo avrebbe portato in Texas, Viafara ha dichiarato: "Dividevo lo spogliatoio con Messi, adesso sono nella stessa stanza con gente che nel mio paese ha fatto la guerra". In compenso deve scontare gli undici anni negli Stati Uniti. E le autorità locali ci hanno tenuto a sottolineare che nessuno resta immune in casi del genere. "I trafficanti dovrebbero capire che non importa chi siano, non importa dove vivano, gli Stati Uniti li metteranno sotto accusa se prendono parte ad azioni criminali per spedire droga nel nostro paese". Considerando la carriera che ha avuto, non eccezionale ma certamente importante, magari Viafara si attende un trattamento di riguardo. Ma per sua sfortuna, negli USA il calcio non conta certo quanto in Colombia!