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Verratti, eppur si muove?

La Nazionale palesa i soliti problemi, ma la sfida di Manchester lascia in eredità la sensazione che si possa ricominciare a piccoli passi. Anche attraverso i miglioramenti di Verratti.

Redazione Il Posticipo

Italia, una sconfitta indolore. Nel senso che questa volta non costa nulla. L’Argentina fa suo il match com’è nell’ordine naturale delle cose, ma l’amichevole di Manchester lascia in eredità, oltre ai noti limiti, alcune impressioni positive. Bisognava ripartire e in qualche modo gli azzurri ci hanno provato.

Verratti, eppur si muove

Se l’Italia ha retto il campo per oltre un’ora di gioco senza sfigurare contro i vice campioni del Mondo, parte del merito è di Verratti, capace, in più di un’occasione, di alzare i ritmi, velocizzare, tentare la giocata, prendere per mano la squadra. Dopo la serataccia in Champions con il Real Madrid, al ritorno sul palcoscenico internazionale il ragazzo gioca una buona partita complice anche lo schieramento tattico scelto dal nuovo CT. Nel 4-3-3 con accanto un regista e un centrocampista muscolare, Verratti, libero dall’impostare e dal dover inseguire l’avversario o di fare schermo davanti alla difesa, si ritrova. Una soluzione ad hoc per l’abruzzese, che non essendo un mediano e neanche totalmente un regista, si è sempre ritrovato in perenne difficoltà negli ultimi anni, sospeso nel limbo dell’incompiutezza.

Nel 4-3-3 un futuro diverso?

Nella nuova posizione, in un modulo che premia le caratteristiche degli uomini a disposizione, Verratti può ritagliarsi o ritrovare uno spazio importante. Libero da compiti d’impostazione, l’abruzzese ha spostato il proprio baricentro più avanti, prendendosi compiti di gestione, ma riempendo anche la casella della mezzala, in una squadra che troppo spesso s’inceppa. La nazionale ha bisogno di qualità. Senza il fuoriclasse capace di saltare l’uomo, emerge ancora la necessità di verticalizzare a centrocampo. Verratti dunque è chiamato a svolgere ciò che meglio gli riesce. Ha qualità e coraggio. Sa uscire palla al piede, si è inserito fra le linee, giocando d’appoggio e palleggio, contribuendo alla qualità della manovra e al suo accompagno. Un segnale. Adesso serve continuità. Da Manchester, la cartolina è, più che una promessa, una ripromessa. In attesa dell’agognato e definitivo salto di qualità.