Van Gaal ha riportato l'Olanda ai Mondiali dopo averla lasciata sul podio in Brasile. Senza di lui la nazionale non è riuscita a volare in Russia. Tornato al timone, il tecnico ha portato la squadra in Qatar dove gli orange, complice anche un girone non impossibile, godono di un certo credito. Il CT ha parlato in conferenza stampa. Le sue parole sono riprese dal de telegraaf.

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Van Gaal: “Questo gruppo ha più qualità del 2014 e crede nel successo. Possiamo diventare Campioni del Mondo”
OTTIMISTA
—L'Olanda squadra è tornata al Mondiale e ha dato ottime sensazioni in questi mesi. Anche se potrebbe essere l'ultimo di Van Gaal. "Credo di sì, ma non si sa mai. Ho questo lavoro perché nessun altro era disponibile in quel momento, o almeno così pensavo. Sono passati cinque anni da quando ho lasciato il Manchester United. Quindi tutto lascia credere che sia l'ultimo. Credo in questo gruppo di giocatori. Nel 2014 siamo arrivati terzi con quello che considero un gruppo con meno qualità di questo giocatori. Dunque possiamo diventare campioni del Mondo anche se questo dipende non solo dalle capacità tecniche e tattiche, ma anche da un po' di fortuna che però occorre andarsi a cercare quando affronteremo squadre con maggiore qualità. Tutto dipende dall'approccio ma sono ottimista perché questo gruppo di giocatori è incredibilmente professionale, competitivo e leale che vuole davvero realizzare ciò che abbiamo concordato. Non succede sempre, non accade con chiunque. Ed è un fattore determinante per arrivare al successo.
SCELTE
—Capitolo formazione e modulo. Van Gaal ha confermato che Depay partirà dalla panchina contro il Senegal e ha spiegato anche altre decisioni. "Non ho incontrato particolari difficoltà nelle mie scelte perché ne sono ragionevolmente convinto. Sarebbe strano se fosse diversamente. Chiaramente chi scende in campo dipende anche dall'avversario. Sono un allenatore di quelli che mette in campo determinati calciatori in funzione di chi si affronta. A livello tattico, però, non sono cambiato. E neanche come persona. Al netto dell'esperienza, ho ancora la stessa visione di quando ho iniziato. Ciò significa che dietro il calciatore c'è una persona e questo determina molto. Tornando all'aspetto tattico, all'Ajax abbiamo giocato con il 4-3-3 e ora riempiamo il campo in modo diverso con dieci o cinque metri tra i difensori".
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