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Tuchel, il Borussia e l’attentato: disturbo post-traumatico da stress?

La paura passa, lo shock resta. Tuchel, ex tecnico del Borussia Dortmund, ha raccontato in tribunale quanto l'attentato dello scorso anno abbia cambiato le vite dei presenti.

Francesco Cavallini

La paura passa, lo shock evidentemente resta. Questo, almeno, è quello che racconta Thomas Tuchel, allenatore tedesco attualmente senza panchina, ma che lo scorso anno di questi tempi guidava il Borussia Dortmund. E proprio sul pullman della squadra della Ruhr, il tecnico è stato vittima assieme ai suoi calciatori dello sconsiderato attentato di un ventottenne che intendeva guadagnare da un eventuale crollo delle azioni del club. Quella sera, l'11 aprile 2017, i neroverdi avrebbero dovuto ospitare il Monaco per i quarti di finale di Champions, ma la detonazione di un ordigno costrinse la UEFA a rimandare il match, anche alla luce del trasporto in ospedale per Bartra, ferito ad un braccio.

Tuchel punta il dito contro il Borussia

Ora Tuchel non allena più il Borussia Dortmund, avendo lasciato nello scorso maggio di comune accordo con la società, ma a domanda diretta a seguito della sua testimonianza al processo contro l'attentatore, ha risposto molto chiaramente. Quell'avvenimento è il motivo principale per cui il tecnico ha deciso di abbandonare la panchina ed il contratto che lo legava alla squadra tedesca. Troppi gli errori della società a seguito del traumatico evento, prima su tutte la volontà di giocare la partita contro il Monaco appena 24 ore dopo l'accaduto, con tanto di viaggio sul pullman. Una ripetizione dell'evento che, parola di psicologi, non ha certo favorito il completo recupero mentale di chi era presente quella sera.

Un evento che ha lasciato un segno su tutta la squadra

Nessuno in squadra avrebbe mai voluto scendere in campo e la sconfitta per 3-2 subita dal Monaco il giorno seguente all'attentato lo aveva già fatto capire. Ma, se servisse una conferma diretta, ci hanno pensato molti calciatori a confermare quanto l'evento abbia avuto un impatto devastante, sulle carriere ma anche sulle vite di chi quel giorno è stato coinvolto. Sven Bender, passato la scorsa estate al Bayer Leverkusen, ha sottolineato che l'esperienza vissuta è stato uno dei motivi principali che lo ha spinto a lasciare Dortmund. Persino un veterano come il portiere Weidenfeller ha dichiarato davanti alla corte, quando è stato chiamato a testimoniare, che ha dovuto ricorrere (come tanti compagni) all'aiuto di uno psicologo per superare il trauma.

Schmelzer è spaventato, Bartra è tornato in Spagna

E non è tutto. Il capitano Schmelzer è diventato molto sensibile ai rumori improvvisi e il calciatore direttamente colpito dall'esplosione, Bartra, ha preferito lasciare la Germania e tornarsene in Spagna, raggiungendo il Betis Siviglia piuttosto che giocare le coppe europee con il Borussia. Tuchel, che secondo molte fonti tedesche è la prima scelta del Bayern per sostituire Heynckes (con tanto di benestare diretto di Don Jupp), è ancora senza squadra e di certo le dichiarazioni che coinvolgono la società e le sue scelte successive all'attentato gli avranno tolto le ultime possibilità di ricucire lo strappo con la sua ex-squadra. Non che, a ben vedere, importi molto. Con uno shock ancora così vivo, sarà lo stesso tecnico a non voler tornare a Dortmund molto volentieri...