La parola d'ordine è riforma. O meglio ancora, evoluzione. Di abolizione, seppur progressiva, meglio non parlarne, perchè significherebbe ammettere che nel lontano 2009 si sono prese decisioni sbagliate. Quell'anno si decise di imporre la cosiddetta tessera del tifoso, pensata come strumento per debellare l'illegalità e la violenza all'interno degli impianti sportivi. E va detto che, a modo suo, la tessera ha ottenuto i risultati sperati. Diminuzione del tasso di incidenti e di criminalità e relativo contenimento del fenomeno ultras. Tutto molto bello, se non fosse per un piccoloparticolare. La tessera del tifoso (assieme alle altre misure repressive come le ormai famigerate barriere) non ha allontanato dagli stadi solo i facinorosi e i delinquenti, ma i tifosi in generale. Tutti, chi più chi meno. E nonostante i milioni riversati nelle casse dei club da televisioni varie, italiane e straniere, per assistere allo spettacolo della Serie A (anche se poi le aste per i diritti TV si rivelano un flop), alla fine guardando gli impianti desolatamente vuoti si è giunti ad una semplice, ma impegnativa conclusione. Il calcio senza i tifosi non è nulla. Non che ci volesse molto a capirlo, bastava paragonare le atmosfere degli stadi italiani di una decina di anni fa (senza dover necessariamente tornare agli anni d'oro del calcio italiano) alle immagini delle ultime stagioni. Il tentativo, è chiaro, è fallito, almeno in parte del suo intento. Si voleva rendere gli stadi un luogo dove le famiglie potevano trascorrere le loro domeniche? Perfetto. Fuori i violenti. Ma le famiglie allo stadio non ci andavano comunque.
calcio
Tessera del tifoso, si va verso l’addio
Il Presidente del CONI Malagò annuncia novità per l'accesso agli impianti sportivi. Incentivi per le famiglie, ritorno dei botteghini e responsabilizzazione delle società. Stop alla repressione, i tifosi devono tornare negli stadi.
La proposta di Malagò, tra tradizione e innovazione

Chi sbaglia continuerà a pagare

La responsabilizzazione delle società
La responsabilità, in qualche maniera, passa ai club. Che emetteranno fidelity card con sconti, promozioni e quant'altro per chi le sottoscriverà, con l'obiettivo di facilitare l'acquisto dei biglietti, di agevolare la presenza delle famiglie e, più in generale, di invogliare chi nel corso degli ultimi anni ha preferito un divano e un televisore a 50" a tornare sui seggiolini. Andranno potenziati i servizi di stewarding e si pensa anche all'applicazione di un codice etico da parte delle società, firmato dal tifoso al momento dell'emissione del titolo di ingresso o dell'abbonamento attuale. Un mancato rispetto porterebbe, nelle intenzioni, all'allontanamento, non più da parte dello Stato, ma da parte del club stesso, che si farebbe così garante dell'applicazione delle normative di sicurezza e legalità.Un deciso passo avanti, che poi è anche un passo indietro rispetto alla repressione delle ultime stagioni. Alla fine hanno vinto i supporter, quelli veri, che finalmente avranno di nuovo la possibilità di andare allo stadio senza dover seguire cervellotiche trafile. Ci è voluto un po', ma alla fine ha vinto il calcio. Che senza i suoi tifosi, giova ripeterlo, non è nulla.
© RIPRODUZIONE RISERVATA