“The Chaaaampions”… sì, ma poi? Storia e traduzione dell’inno più amato d’Europa
Bayern Munich players celebrate with the trophy after the UEFA Champions League final football match between Paris Saint-Germain and Bayern Munich at the Luz stadium in Lisbon on August 23, 2020. (Photo by Miguel A. Lopes / POOL / AFP) (Photo by MIGUEL A. LOPES/POOL/AFP via Getty Images)
Torna la Champions e gli appassionati sono in attesa di canticchiare l'inno più amato da calciatori e tifosi. Ma chi l'ha scritto? E qual è il testo completo? Tutto spiegato qui...
Redazione Il Posticipo
Pronti per la musica più amata nel mondo del calcio? La Champions, o meglio...“De cieeeempiooons”, riecheggerà di nuovonei grandi stadi europei, finalmente di nuovo pieni (o quasi) dopo alcune stagioni fattae quasi tutte di partite a porte chiuse. Ma, di preciso, che storia ha quest’inno? E chi ha mai capito tutte le parole?
POLIGLOTTA
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Chi non è riuscito a percepire chiaramente tutto il testo non è certo un asino. Anzi. Bisognerebbe essere poliglotti per cantare la musichetta che fonde, tutte insieme, inglese, francese e tedesco. E l’italiano? Niente. La nostra lingua non appartiene alle tre ufficiali della UEFA. Trattati male? Non esattamente. Questione di compatibilità linguistica: i tre idiomi della federazione risultano meglio comprensibili in tutta Europa considerando le nazioni iberiche, francofone e anglosassoni.
L’inno della Champions comprende cinque strofe in tedesco, quattro in francese, tre in inglese. I vari linguaggi si alternano: si parte dal francese: “Ces sont les meilleures équipes” (queste sono le migliori squadre). Frase ripetuta anche in tedesco “Es sind die allerbesten Mannschaften”. Quindi ecco l’inglese: “The main event”, l’evento principale, e poi il famosissimo “The champions” (“I campioni”) che ne rappresenta la vera identità.
REGALE
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Ma chi è il papà dell’inno che mette i brividi a tutti gli appassionati di calcio? Al netto di un testo relativamente semplice, la maestosità crea quell’atmosfera che si sposa perfettamente con l’evento: tutto merito di Tony Britten, che si ispira al compositore tedesco Handel che ha scritto qualcosa di molto simile, “Zadok the Priest”, per l’incoronazione di Giorgio II a Re della Gran Bretagna a cavallo fra il XVII e il XVIII secolo. Musica barocca. L’idea è stata poi “girata” alla Royal Philharmonic Orchestra e il Coro dell'Academy of Saint Martin in the Fields, che l’hanno eseguito nella sua versione ufficiale. E per chi volesse studiare, ecco il testo che porta all’urlo “The Champioooons”.