Silenzio, parla l'Apache. Carlos Tevez rilascia una lunga intervista ad AméricaTV e da una parte conferma il suo ritiro, mentre dall'altra ripensa a tutto quello che lo ha portato a essere uno dei calciatori più celebri e più amati non solo nella sua Argentina. Il ragazzino cresciuto a Fuerte Apache è diventato grande. Ma ha sempre portato con sè gli insegnamenti di quelle strade pericolose e quelli di suo padre, venuto a mancare da poco, motivo principale per l'addio al calcio dell'ex attaccante.

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Tevez, la conferma del ritiro e i ricordi del barrio: “Vedevo i fratelli di mio padre drogarsi e pensavo…”
Carlos Tevez da una parte conferma il suo ritiro, mentre dall'altra ripensa a tutto quello che lo ha portato a essere uno dei calciatori più celebri e più amati non solo nella sua Argentina.
ILRITIRO - La decisione di smettere, in fondo, è stata più semplice del previsto. "Sto bene, mi godo la vita e la mia famiglia. Ho giocato molto tempo, altro tempo l'ho perso. Sono ritirato, questo lo confermo. Mi hanno offerto molte cose, ma questo era un cambiamento troppo importante per la mia famiglia. Come calciatore ho dato tutto quello che avevo nel mio cuore e questo mi lascia tranquillo con me stesso. Mi sono alzato una mattina e mi sono detto 'non gioco più', ho chiamato il mio agente e gliel'ho detto. La sera ho chiamato anche Riquelme e gli ho chiesto di fare la mia conferenza di addio".
ILBARRIO - E poi i ricordi d'infanzia... “Non è normale che un ragazzino arrivi da un barrio così umile come Fuerte Apache. è stata quella la partita più difficile che io abbia giocato. Il barrio mi ha riempito di valori, di cose che mi hanno aiutato a superare me stesso. Me ne sono andato dal Boca senza un soldo, con il conto in banca vuoto, perchè volevo restituire al club quello che mi aveva dato. Sono andato al Corinthians e ho cominciato a guadagnare bene, quando mi sono arrivati i primi soldi in testa ho sempre avuto l'idea di cambiare le cose Mi dicevo: 'la prossima generazione dei Tevez deve essere migliore, con un'educazione migliore, deve poter uscire dal barrio'. Vedevo i fratelli di mio padre a terra drogati e mio padre mi diceva 'vuoi fare questa fine?'. Non permetteva che saltassi un allenamento. Quando sono andato in Brasile ho detto a mio padre che avrei comprato casa a lui e ai miei zii, alla fine ne ho comprate 14. E ho sentito che ho cambiato loro la vita". Nonchè...il calcio argentino.
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