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Il terribile passato di Jovic: “Se non paghi, tuo figlio potrà giocare solo su una sedia a rotelle”

Il terribile passato di Jovic: “Se non paghi, tuo figlio potrà giocare solo su una sedia a rotelle” - immagine 1
Jovic ora vive una favola, ma quanta paura... Dalle notti in macchina per la mancanza di soldi alle minacce alla famiglia a scopo di estorsione, il talento serbo ha dovuto affrontare parecchie difficoltà prima di affermarsi.

Redazione Il Posticipo

La notte di Jovic, dopo un lungo periodo buio. Anche se il rendimento a intermittenza è stato uno dei problemi meno gravi che ha dovuto affrontare il calciatore. La sua storia è stata raccontata da El Confidencial: il serbo, prima di affermarsi come calciatore professionista, ha dovuto superare delle difficoltà non indifferenti, tra problemi di soldi e una minaccia terribile: "se non paghi, tuo figlio potrà giocare solo su una sedia a rotelle".

PRECARIO

La famiglia Jovic ha vissuto in condizioni economiche precarie. Povertà al limite dell'indigenza. Vi sono stati dei momenti in cui i familiari di Luka hanno dormito in macchina, perché non c'era la possibilità economica di pernottare nella città dove il ragazzo doveva giocare un match o sostenere un provino. La soluzione era obbligata. Parcheggiare davanti al cancello dello stadio, con coperte e cuscini. Uno sforzo ripagato dal ragazzo che, dopo quella occasione, ha ricevuto il suo primo stipendio. Superato il test, 50 euro a partita più 17 euro per il rimborso delle spese di viaggio.

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MINACCE

Dalla periferia di Belgrado alla Stella Rossa il passo è stato breve. La crescita, vertiginosa. Il ragazzo esordisce e stupisce: anche troppo. La polizia interviene per proteggerlo, poiché è soggetto a minacce e ricatti. Qualcuno pretendeva una parte dello stipendio. E per estorcere denaro si arrivava a metodi criminali. Nel novembre 2015 arriva il messaggio più pesante. "O paghi, o giochi con la sedia a rotelle". Abbastanza per convincere il padre del calciatore a vincere la paura e rivolgersi alle forze dell'ordine. I ricattatori finiscono in galera, ma è tempo di cambiare aria. Si va proprio in Portogallo, a Lisbona, dove Luka ha un momento di comprensibile sbandamento nel Benfica. Problemi di ambientamento poi superati. Il resto della storia è un finale lieto. Jovic  professionista grazie al papà. "Devo tutto a lui, mi ha reso un professionista completo". I frutti sono maturi, pronti per essere raccolti: ne è passato di tempo. E adesso ancora una volta in Portogallo, i sogni saranno senza dubbio più dolci.