È stata la notte della Lazio. Ma anche di Strakosha. La finale di Supercoppa Italiana è un momento di straordinaria importanza per il portiere biancoceleste. Aveva già giocato la Finale dello scorso maggio, ma questa volta è diverso. Tre mesi fa si era “ritrovato” titolare. Adesso lo è a tutti gli effetti. E ha messo il timbro sul successo. Due interventi prodigiosi nei primi minuti di gioco, quando la Juventus è stata arrembante: quello su Cuadrado ha indirizzato la serata. se la Juventus fosse passata in vantaggio, in avvio di partita sarebbe stato difficile, se non impossibile, riprenderla.
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Strakosha: una notte (e un futuro) da numero uno
Strakosha sognava di incontrare, un giorno Buffon. Beh, se l'è trovato di fronte in una sera di mezza estate e l'ha emulato in almeno due interventi. La Supercoppa è anche merito di questo ragazzo accolto con diffidenza: è lui, l'ennesimo colpo...
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Giovane e determinato: il portiere del futuro
Strakosha ha tutto per imporsi: un fisico importante, 1,92 che coprono tutta la porta. In più ha quella “sana” e lucida follia richiesta al numero uno. Coraggioso nelle uscite basse, reattivo fra i pali, sopratutto sulle conclusioni ravvicinate. É ancora molto istintivo e deve migliorare sulle palle alte, in uscita e sui cross. Il suo più grande pregio è la serenità: assorbe gli errori senza subirli, ha instaurato un rapporto di reciproca fiducia con i compagni di reparto. Un buono dal carattere di ferro che ha anche cancellato il concetto di “piacevole sorpresa”. In questi pochi mesi è cresciuto soprattutto a livello di personalità. In campo dà molta fiducia ai compagni, e non ha più addosso il senso di “pesantezza” di indossare la maglia biancoceleste. Promosso a pieni voti. Adesso però arriva il difficile: confermarsi ad alti livelli. Ma, a soli 22 anni, ha un futuro da dipingere a colori. Possibilmente biancocelesti
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