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Un bonus troppo gustoso: l’Accrington Stanley e la guerra degli hamburger

Cosa c’entra la Lega Calcio Inglese con gli hamburger e con McDonald’s? Nulla, a meno che non ci sia di mezzo l'Accrington Stanley.

Redazione Il Posticipo

La storia che vi raccontiamo oggi potrebbe farci tornare indietro ai tempi delle scuole elementari o medie. A quando i nostri genitori, per chissà quale legge non scritta della pedagogia, ci promettevano un lauto pasto o anche un semplice hamburger al nostro fast food preferito o altre simili ricompense in cambio delle nostre performance scolastiche. Una motivazione in più non fa mai male e anche nelle squadre di calcio può essere prevista. I dirigenti di molti club prevedono cospicui bonus per i giocatori meritevoli, magari, di un certo numero di presenze, goal o reti inviolate. Principalmente, nel nostro insensibile mondo capitalista, queste ricompense consistono di soldi. Che i calciatori, specie quelli dei club più grossi, accumulano assieme ai già mostruosi stipendi. Ma grazie al cielo, come si dice, il mondo è bello perché è vario ed in questo caso lo riscopriamo meraviglioso grazie al presidente dell’Accrington Stanley, capolista della League Two inglese.

UN BONUS CHE PIÙ BONUS NON SI PUÒ

Andy Holt, patron del club inglese, ha deciso di ricompensare i suoi giocatori in un modo del tutto inedito. I suoi ragazzi sono saldamente in testa alla classifica con tre punti di distacco dai secondi nonostante abbiano giocato ben due partite in meno. Ed il grande capo ha così deciso di concedere in seguito ad ogni vittoria un bonus che più bonus non si può: un pasto da McDonald’s pagato a tutta la squadra. Nonostante ciò, i giocatori non sembrano risentire del complesso apporto calorico del tanto vituperato ‘cibo-spazzatura’ perché i risultati positivi continuano. Tra l’altro Holt sembra aver trovato anche un ottimo strumento per meglio compattare lo spogliatoio ‘imponendo’ un bonus che aumenti la convivialità tra i membri della rosa.

MA DOVE STA SCRITTO DEGLI HAMBURGER?

La federazione però non ha colto il lato ironico e, se vogliamo, colorito della vicenda. Non ci si è soffermata con un ghigno di curiosità o apprezzamento ed è andata a spulciare nei contratti stipulati dal club con i giocatori alla ricerca della clausola. Di qualche punto, magari scritto piccolo piccolo, in cui fosse messo nero su bianco questo bonus-hamburger. Una volta passati al pettine tutti i contratti, la federazione dell’EFL ha scritto ad Andy Holt una richiesta formale di spiegazioni alla vicenda in questione. Il patron dell’Accrington avrà risposto certamente prima per canali ufficiali e poi si è lasciato sfuggire qualche sfogo su Twitter. Innanzitutto, per comunicare ai suoi seguaci la situazione e, in un post successivo, chiedendosi come occuperebbero le loro giornate in federazione se lui non avesse rese più colorite.

MA QUINDI SI PUÒ FARE COME L'ACCRINGTON?

L’articolo 61.6 del regolamento dell’EFL sancisce che ogni bonus deve essere messo nero su bianco sul contratto prima che cominci la stagione. Holt twitta, in risposta a questa mozione, che quando la squadra perde toglie l’ammontare del conto del fast food dal bonus e dà il corrispettivo a chi che si occuperà dell’ordinazione nella vittoria successiva. L’inchiesta non si chiude né con una vittoria, né con una sconfitta: è un pareggio. La federazione ha constatato che la modalità d’erogazione del bonus non comporta irregolarità. Ha però comunicato ad Holt, che i bonus di squadra (quindi, anche gli hamburger) dovranno essere distribuiti a prescindere dal risultato. Pena una multa o addirittura qualche squalifica. La massima autorità della lega calcistica si è dunque espressa per la liberalizzazione dell’hamburger. Che sia vittoria, pareggio o addirittura sconfitta si dovrà mangiare assieme. E quindi? Nulla, con buona probabilità Holt dovrà inventarsi qualche forma di motivazione alternativa per spingere i suoi alla vittoria.