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Spalletti, un uomo “solo” al comando?

Un uomo solo al comando: scritto e interpretato da Luciano Spalletti. Luglio è stato il mese del tecnico toscano. E la dirigenza si è defilata. Adesso sorge un dubbio: il tecnico toscano fa ombra alla nuova società o ne è il parafulmine?

Luigi Pellicone

Un uomo solo al comando: scritto e interpretato da Luciano Spalletti. L'Inter ha chiuso il suo tour asiatico scalando un tappone intermedio (Lione) e due dolomitici (Chelsea e Bayern Monaco) con risultati oltre le più rosee aspettative. Adesso sorge un dubbio: il tecnico toscano fa ombra alla nuova società o ne è il parafulmine?

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E la dirigenza? Che ruolo ha in tutto questo?

L'Inter è una grande occasione. Spalletti non vuole sbagliare. Suning neanche. Sprecarla è delittuoso. E però la dirigenza cinese si mostra quasi dimessa di fronte alla forza del tecnico. Una scelta precisa? Probabilmente sì. La società ritiene l'allenatore il vero valore aggiunto dell'Inter. Un uomo capace di trarre il massimo dal materiale umano a disposizione. A essere cattivi, l'ideale per spendere il meno possibile: “funzionale” è una qualità, non un alibi. Sono arrivati Skriniar, Vecino e BorjaValero. Si parla di Kalinic. La tifoseria si aspettava qualcosa di diverso da un “saccheggio” della rosa di Sampdoria e Fiorentina. É vero che sono in ballo diverse operazioni (Dalbert, Aurier, Keita, Vidal e Karamoh) ma sinora i fuochi d'artificio sono rimasti chiusi in cassa, con le polveri bagnate. In questa ottica, Zhang non esageri: d'accordo creare una squadra funzionale alle aspettative del tecnico, ma se poi i risultati non dovessero arrivare, sarebbe perlomeno ingeneroso metterlo sulla graticola.