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Spalletti, chi di Champions ferisce…

Nel 2005 Spalletti lascia di corsa l'Udinese. Una fuga mai del tutto perdonata. E adesso dopo il ko rifilato all'andata, i friulani pregustano il bis...

Redazione Il Posticipo

Chi di Champions ferisce di Champions perisce? Spalletti non si fida dell’Udinese. E ha ragione. I bianconeri hanno un conto aperto con il tecnico toscano. Il primo saldo, lo scorso dicembre, quando la prima sconfitta stagionale dell’Inter apre la crisi di gioco e risultati. Cinque mesi dopo, c’è il rischio di pagare la “maxi rata” finale, a interessi altissimi: in gioco, i soldi della Champions.

2005 - Questa “antipatia” fra l’Udinese e Spalletti, per certi versi ricomposta, ma in alcune frange del tifo bianconero mai sanata, risale alla stagione 2004/05. L’Udinese di Spalletti, Pinzi, Pizarro, Giannichedda, Di Michele, stupisce tutti. I friulani centrano il quarto posto in campionato e una storica qualificazione ai preliminari di Champions League. Fra le vittorie, una storica in casa della Roma che gli aprì, di fatto, le porte della Capitale. La semifinale di Coppa Italia rimescola le carte: Udinese incredibilmente eliminata, proprio mentre si rincorrono le voci di un possibile passaggio di Spalletti alla Roma. Voci. L’ultimo passaggio è un addio consumatosi senza neppure salutarsi, con (si narra...) tanto di rinuncia al premio Champions. Spalletti, pur di andare ad allenare i giallorossi, avrebbe mollato tutto e tutti. Così, all’improvviso. Il tempo ha lenito e guarito. Ma nessuno ha dimenticato.

VENDETTA - Dal Meazza al Friuli, dunque, si può consumare la più classica delle vendette sportive. L’Udinese può trasformarsi nell’ammazza sogni: prima ha tirato giù l’Inter dalla testa del campionato. E allo status quo, può decretarne la fine della corsa Champions. Una sconfitta e due vittorie delle romane chiuderebbero i giochi con due settimane d’anticipo. Il tecnico dell’Inter, forse bluffando, non si è dato più del 20% di possibilità di centrare la Champions.  Anche perché, al netto dei possibili “dispetti”, la Dacia sarà davvero un’arena dove i padroni di casa si giocano la vita o la morte.

STIMOLI - Sia chiaro. Nessuno a Udine si strappa i capelli in caso di sconfitta. Il calendario non è proibitivo (Bologna in casa all’ultima e Hellas Verona alla 37esima) ma non è proprio il caso di andare a scherzare con il fuoco. Certo, gli stimoli sono diversi: Spalletti sa benissimo che un risultato positivo al Friuli schiuderebbe l’ultimo orizzonte sul panorama dell’Europa che conta. E sposterebbe tutta la pressione sulle romane: c’è tempo e modo di sognare la beffa alla sua ex squadra, ma appare terribilmente complicato raggiungere l’obiettivo.