C’è anche lo zampino di Luciano Spalletti nella decisione di Walter Sabatini? Difficile dirlo, ma la sensazione è che qualcosa, fra i due possa, essere successa. Nessuna rottura, ma divergenze nella gestione della “res nerazzurra” hanno accelerato il divorzio fra Suning e l’ormai ex direttore sportivo dell’Inter. Il rapporto mai decollato sarebbe caduto rovinosamente negli ultimi mesi.
calcio
Spalletti e Sabatini, un rapporto mai decollato?
Spalletti e Sabatini avrebbero vissuto con filosofie profondamente diverse gli ultimi accadimenti in casa Inter. E così anche i risvolti cambiano...
Roma galeotta…
Milano come Roma, eterno ritorno? Beh, fra nostalgie e sensazione di deja-vu. Spalletti e Sabatini si sono ritrovati sotto lo stesso tetto milanese. Sabatini però non avrebbe voluto rivivere ciò che lo ha segnato profondamente. Ovvero, l’impossibilità di muoversi in margini di manovra ristretti. In primis, il fair play finanziario. Quindi il controllo del governo cinese. Infine il “no” a diverse possibilità. Sabatini, secondo i bene informati, è stato vicinissimo a Pastore e Vidal, ma sarebbe stato costretto dai “no” della società a mollare la presa. Quanto basta per dire…basta.
Sabatini molla, Spalletti no...
E Spalletti? Sabatini si sarebbe confrontato con il tecnico che avrebbe affrontato la cosa con una filosofia diversa. Pur verificando le similitudini fra Roma e Inter, il tecnico di Certaldo sarebbe rimasto fermo. Né pro Sabatini, né contro la società. Sembra che i due non si parlassero da mesi, complice proprio il diverso attaccamento alla maglia e al progetto. A Sabatini così, evidentemente, visto che ha rassegnato le dimissioni, non andava bene. A Spalletti, ancora ben saldo sulla panchina, evidentemente sì.
Spalletti sposa comunque l’Inter?
Spalletti dunque, sposa l’Inter nel bene e nel male, nella ricchezza e nel Fair Play Finanziario finche il 2019, scadenza naturale del contratto, non li separi? Del resto il tecnico di Certaldo, allo status quo, ha solo da guadagnare da questa situazione. Sotto tutti i punti di vista. Se porta l’Inter in Champions, è un eroe che restituisce ai nerazzurri l’Europa che conta nonostante il caos societario. Qualora non ci riuscisse, ne uscirebbe comunque con intatta dignità professionale, potendo appellarsi a tutte le attenuanti generiche. Spalletti vede il traguardo che sarebbe a questo punto “solo” suo e gli conferirebbe ancor più poteri e stima all’interno della società. Perché mollare?
© RIPRODUZIONE RISERVATA