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Spalletti al processo di Norimberga: all’Inter serve altro
Inter sconfitta da una squadra di serie B tedesca. Nessun processo di Norimberga: meglio perdere a luglio, quando il risultato non ha peso specifico, che fra un mese, quando i punti peseranno. E però c'è modo e modo di scendere in campo.
Non è una questione tecnica. Neanche tattica.La squadra è debole: molle nella testa prima che nei piedi. Prende un gol e si intontisce, non ha reazione. Subisce anche la seconda rete e solo musi lunghi. Nessuna rabbia, solo amara e rassegnata accettazione. Sempre le stesse facce, sempre a testa bassa. E no. Così no. Urge cambiare rotta. L'Inter ha sofferto nel secondo tempo, quando senza Borja Volero, si è spenta la luce a centrocampo e D'Ambrosio e Nagatomo hanno confermato tutti i propri limiti, propiziando entrambe le reti dei tedeschi. Brozovic non ha mai inciso. Kondogbia neppure. Non servono fuoriclasse, ma sudore e fatica.Gente che non si limiti al compitino, ma si sacrifichi e onori la maglia nerazzurra.
La sentenza: quattro acquisti
Spalletti, che non è l'ultimo degli sprovveduti, ha individuato cosa serve. Quattro innesti. E senza mezzi termini pronuncia parole pesantissime: “come accordi presi”. Il tecnico toscano accetta la sfida di rilanciare uomini e ambizioni, purchè il lavoro sia sostenuto e corroborata dalla società. Non ha chiesto campionissimi, ma calciatori funzionali al progetto.Il che significa una mezza rivoluzione. Inevitabile: non ha senso puntare su chi non mostra attaccamento alla maglia o non ha la tenuta mentale per sostenerla.Con queste premesse, la ICC in Cina rischia di trasformarsi in una via crucis:Schakle, Chelsea, Bayern e Lione in agenda. Appuntamenti che, se affrontati senza mordente, possono ledere l'immagine dell'Inter a casa di Suning. Un lusso che proprio non ci si può permettere.
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