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Spalletti, il Prometeo nerazzurro

Il tecnico dell'Inter è chiamato a un'impresa titanica, per non cadere in un burrone senza fondo. Liberarsi dalle catene e sconfiggere il...Diavolo.

Redazione Il Posticipo

Spalletti, il Prometeo dell’Inter. Legato, mani e piedi, dalle catene. Si era salvato con i risultati, ma adesso rischia, se perde il derby, di subire lo stesso destino del Titano: scagliato in un burrone senza fine.

Le catene di Spalletti: la dirigenza

La prima catena che tormenta il tecnico toscano è la dirigenza. Si aspettava un mercato diverso. Una squadra molto più competitiva e una collaborazione molto più intensa, sia in termini di acquisti che di presenza all’interno della società. Invece Spalletti, scappato da Roma convinto di trovare un progetto ambizioso, con una dirigenza dal portafoglio a fisarmonica e nessun problema ambientale, si è ritrovato dalla padella alla brace. Una squadra giunta settima in campionato si è rinforzata saccheggiando Fiorentina e Sampdoria. Nessuna follia economica, anzi, finanze ristrette e delimitate dal fair play finanziario. E una dirigenza dalle due anime: cinese e italiana, con un tocco di Thailandia per non farsi mancare nulla, ma senza alcuna presenza fissa al Suning Center. Risultato: il tecnico toscano, come a Roma, si ritrova a fungere da parafulmine.

Lo spogliatoio

L’altra catena, una vera e propria palla al piede, è lo spogliatoio, particolarmente “frizzante” al netto delle voci da gossip da carta velina. La squadra, amalgamata dai risultati e dall’entusiasmo iniziale, si è un po’ persa. Oltre che collante, ha perso fiducia e autostima. Le scelte di Spalletti, in questo senso, non hanno aiutato. Candreva è in piena lite con il pubblico, Brozovic è al limite della sopportazione come Perisic. Icardi è stimato, ma non certo amato. Gli unici a salvarsi dalla contestazione sono Skriniar, Handanovic e Cancelo. Pochi, in considerazione dell’amore quasi viscerale mostrato dal pubblico, che ha comunque la media affluenza più alta di tutta la serie A.

La catena peggiore: i tifosi

Ma anche la luna di miele con i tifosi sembra finita, complici ovviamente i risultati. L’Inter si è ritrovata sino a fine novembre in testa al campionato e imbattuta, mentre il Milan era semplicemente non pervenuto. In novanta giorni, i rossoneri hanno raggiunto la finale di Coppa Italia, sono ancora in piena corsa in Europa League e rischiano anche di rientrare in zona Champions. Quanto basta per urtare la suscettibilità di un pubblico diffidente, che non ama a scatola chiusa né si lascia impressionare dei primi mesi. Spalletti è stato atteso, soppesato e valutato. E la sensazione è che l’indice di gradimento sia molto basso. E potrebbe precipitare a temperature da “Burian” qualora il derby prendesse una brutta piega.