Javier Tebas detta i tempi. Anche quelli necessari per contagiarsi in campo. Come riportato dal Mundo Deportivo il presidente della Liga ha ripreso uno studio condotto da una università danese per rafforzare la tesi della sicurezza in campo.

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Spagna, Tebas detta i tempi: “Un giocatore è esposto per 87,7 secondi su 90′ al rischio di contagio…”
Il presidente della Liga riprende uno studio danese molto interessante sullo studio della possibilità di contagio in campo.
CALCIO - Tebas ha esposto numeri e tempi sia sui tempi che sui sulle distanze di sicurezza. "Il calcio non è uno sport a grande rischio. Il coronavirus, infatti, non è trasmesso dal sudore, ma principalmente dalla saliva. Il rischio dunque sarà praticamente nullo, direi azzerato quando si tratta di giocare. Uno studio dell'Università della Danimarca e un altro in Germania assicurano che i giocatori rimangano entro un metro l'uno dall'altro per un massimo di 67 secondi nelle partite. Il rischio sarebbe se avessero avuto circa 15 minuti d contatto ".
AARHUS - Il presidente della Lega ha ripreso uno studio condotto dall'Università di Aarhus basato sull'esame di 14 partite nella lega danese 2018-2019. Partendo dal presupposto che in ciascuna di esse ci sia un solo giocatore infetto, l'indagine sostiene la tesi che la media di esposizione di un giocatore al virus durante i 90' di gioco sia di un minuto e 28 secondi. Per giungere a queste conclusioni, lo studio ha considerato una "zona pericolosa" attorno a ciascun giocatore infetto di meno di 1,5 metri.
ANALISI - L'analisi non tiene in considerazione i contatti su angoli o contrasti. Evidentemente gli "abbracci" sono considerati troppo ridotti nel tempo. Ha invece analizzato ciò che accade anche durante le esultanze. Secondo lo studio i contatti ravvicinati tra i giocatori nelle celebrazioni delle reti andrebbero evitati, e l'esposizione può essere ancora più inferiore se i giocatori mantengono la propria distanza sociale quando la palla non è in gioco. Va ricordato che l'indagine si basa su un giocatore infetto. Se in campo ce ne fossero più, i risultati dovrebbero essere moltiplicati.
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