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Scolari racconta CR7 dopo la morte di suo padre: “Non posso fare più niente per lui, gioco e me ne vado…”

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La notizia della morte di suo padre è arrivata a Cristiano mentre era in nazionale. E a comunicarglielo è stato il CT dell'epoca, Scolari. Felipao ha raccontato di quel giorno così difficile, sia per lui che per il futuro Pallone d'Oro...

Redazione Il Posticipo

L'infanzia difficile di Ronaldo è stata anche la molla che lo ha spinto a cercare il riscatto sociale attraverso il calcio. Il legame fra Cristiano e il papà Josè Diniz Aveiro è stato molto forte. CR7 si commuove spesso ricordando il genitore, che non è riuscito a vincere la battaglia contro l'alcolismo e ne è rimasto vittima. Il calciatore ha cercato sino all'ultimo di aiutare il genitore. La notizia della morte di suo padre è arrivata a Cristiano mentre era in nazionale. E a comunicarglielo è stato il CT dell'epoca, Scolari. Parlando al DailyMail, Felipao ha raccontato di quel giorno così difficile, sia per lui che per il futuro cinque volte Pallone d'Oro.

RAPPORTO - "È stato un momento molto duro, ma anche quello in cui tra di noi si è creata una relazione che andava molto al di là di quella tra allenatore e calciatore. Quando è arrivata la notizia, prima di una partita contro la Russia, nessuno sapeva come dirglielo e nessuno voleva farlo. Ho deciso che l'avrei fatto io, perché sapevo cosa significava perdere il padre, il mio era morto anni prima. È stato un momento triste, ma ci ha fatto diventare amici". E nonostante tutto, CR7 è voluto scendere in campo. "Il giorno dopo Cristiano ha giocato una grandissima partita e poi è tornato in Portogallo. Mi ha chiesto lui di giocare, mi ha detto: 'ormai non posso fare più niente per mio padre, quindi domani gioco e poi me ne vado'".

TALENTO - Un rapporto, quello con CR7, rimasto solido. E Scolari, che lo conosce da un bel po', è un grande fan del portoghese. "È una macchina da gol, un tipo fantastico, l'ho visto allo Sporting per la prima volta nel 2003 e ha più voglia di vincere adesso di quanta ne avesse all'epoca. È una splendida persona, molto spesso non si vede come ha fatto fuori dal campo. Ma sono molto contento di vederlo ancora ai massimi livelli". E pazienza se non è il più talentuoso che ha allenato... "È sicuramente quello che si impegna di più. Può essere che non sia il più talentuoso, il talento non è la prima cosa a cui si pensa quando si pensa a Cristiano Ronaldo. È il suo impegno costante e l'ho trasformato in quello che è oggi"