Le coppe sono un fastidio? Sarri stravolge la squadra e rispetta quanto promesso. Gli impegni infrasettimanali servono per valutare il lavoro di chi gioca meno in campionato e valutare la bontà delle scelte sul mercato. Beh, le distinte sono la cartina di tornasole della linea azzurra. In campo, tutti insieme, Masksimovic, Ounas, Rog, Sepe e Giaccherini, per vedere l’effetto che fa. E, tirando le somme, alla fine forse ha ragione il tecnico. Le coppe non sono sottovalutate per scelta, ma per necessità. I ricambi non sono all’altezza e i titolari non possono essere spremuti.
Questione di qualità di uomini
L’attacco è divenuto improvvisamente anemico: il problema è che la squadra, privata di Ghoulam, Insigne, Hamsik e Mertens, fatica come non mai per trovare la via della rete. Specialmente in casa, contro squadre a difesa schierata. Il tridente, assolutamente inedito, ha sofferto tantissimo. Ounas è sempre stato dentro la partita ma non salta l’uomo. Callejon ha trovato la porta solo con il contropiede. Il contributo di Giaccherini è stato irrilevante. Certo l’Udinese non aiuta, difendendosi molto (bene) ma l’offensiva dei padroni di casa è intermittente. Il Napoli si accende e si spegne. Aggressivo e determinato prima, spento e prevedibile poi. Quanto basta per chiedersi se i ricambi siano all’altezza.
Uno e unico Napoli: riserve non all’altezza
Quando Insigne e Mertens tornano in campo la differenza c’è. Tangibile. Inequivocabile. Per quantità e qualità. Il tridente titolare macina gioco e occasioni. Se ne giova l’intera squadra. Solo i miracoli di Scuffet e un pizzico di imprecisione negano il raddoppio. La sensazione è che però gira e rigira, il Napoli sia sempre quello. Uno e unico. Funziona solo con i titolari. Un pregio, per certi versi, ma anche un limite. Ma non è solo questione di automatismi. La serata di Coppa Italia lascia in eredità una certezza: i sostituti non sono minimamente all’altezza dei tiolari. E le scelte di Sarri vanno riviste in una chiave essenzialmente utilitaristica. Non sono preferenze, né fissazioni, ma necessità. Il Napoli è tanto competitivo quanto corto. E allora, meglio concentrarsi sul campionato. Perchè certi treni non ripassano, la locomotiva sta accelerando e nessuno ha voglia di perderla per inseguire altri obiettivi che non siano tricolori.
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